Siccità in Molise: Coldiretti propone soluzioni preventive per l’agricoltura

La scarsità d'acqua rappresenta una crescente minaccia per il settore agricolo in Molise, dove Coldiretti invita a prevenire invece di subire le conseguenze della carenza idrica.

In un contesto in cui l’acqua sta diventando sempre più preziosa, Coldiretti Molise sottolinea l’importanza di affrontare la questione con urgenza. La regione Molise, tradizionalmente ricca di risorse idriche, sta ora risentendo degli effetti negativi dei cambiamenti climatici, come inverni più miti e meno nevosi, e estati caratterizzate da una siccità diffusa. Le reti idriche spesso inefficienti, che causano dispersioni significative, aggravano ulteriormente la situazione.

Oltre a queste sfide, il Molise cede una parte considerevole delle sue risorse idriche a regioni vicine. Un esempio emblematico è la diga di Occhito, situata in gran parte nel Molise, ma che fornisce acqua principalmente alla Capitanata, lasciando alla regione solo una piccola quota. La Puglia ha inoltre richiesto di poter utilizzare parte dell’invaso del Liscione, mentre la diga di Chiauci e le acque del Matese, pur essendo in territorio molisano, beneficiano altre regioni come l’Abruzzo e la Campania.

Coldiretti Molise sostiene che l’acqua debba rimanere un bene comune, accessibile a tutti, ma gestito in modo da garantire benefici equi alla collettività regionale. L’organizzazione insiste sulla necessità di individuare soluzioni compensative che possano coprire i costi di realizzazione e manutenzione delle infrastrutture idriche, come quelle gestite dai consorzi di bonifica.

Nonostante le sfide attuali, Coldiretti crede che ci sia ancora tempo per agire e diventare protagonisti nella gestione delle risorse idriche della regione. Tuttavia, avverte che le ricorrenti emergenze legate alla siccità potrebbero portare a decisioni imposte dall’esterno, con cui il Molise dovrà inevitabilmente fare i conti.

Tra le proposte avanzate da Coldiretti per affrontare la siccità in modo proattivo, vi è la creazione di una rete di piccoli invasi artificiali distribuiti su tutto il territorio. Questi invasi, che potrebbero raccogliere acqua piovana (attualmente solo l’11% dell’acqua piovana viene raccolto in Italia), offrirebbero diverse utilità, dall’uso in caso di incendi, al supporto per l’agricoltura, fino alla produzione di energia pulita.

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