Grant Thornton: pandemia ha fatto calare l’ottimismo delle aziende

Grant Thornton, network di consulenza internazionale, vede per i primi sei mesi dell’anno un abbassamento dell’ottimismo da parte delle aziende del nostro Paese (-10%) per le aspettative economiche dei prossimi 12 mesi; appena il 23% delle imprese mostra ottimismo. Del resto, anche su scala mondiale non va meglio (-16%), con il punto più basso dalla crisi del 2011-2012. In Europa, solo il 29 per cento delle imprese è ottimista.

In Italia, solo il 24% si attende un aumento dei ricavi nei prossimi 12 mesi, rispetto al 42% del secondo semestre 2019. Il 40% è convinto che ci sarà un calo. Osservando la media globale, solo il 34% si aspetta un aumento nei ricavi, ben 20 punti percentuali in meno rispetto al secondo semestre 2019.

Il 65% delle aziende si aspetta che il covid abbia un impatto negativo sui ricavi del 2020 che, secondo il campione di aziende, scenderanno mediamente del 9,7%.In Italia il quadro appare meno scoraggiante: il 2,7% delle imprese vede il coronavirus come la causa di una perdita economica superiore al 50%, l’11,3% tra il 20 e il 29%, il 32,7% tra l’1 e il 9%, il 4,7% si immagina addirittura ricavi del 10%.

Il 66% identifica l’incertezza con un vincolo aziendale; in Italia saliamo al 68% (+19% rispetto al secondo semestre 2019), in Europa siamo al 59% (+14%). Tra i motivi più importanti che limiterebbero la crescita c’è la carenza di ordini, dichiara come vincolo dal 57% delle aziende tricolori, mentre a livello globale siamo al 55% e in Europa al 51% . Diminuisce chi prevede di investire nella qualità dei prodotti e servizi (-18% in Italia); appena il 29% prevede di aumentare le spese in R&S nei prossimi dodici mesi. Negativo anche il quadro export: l’ottimismo pervade appena il 16% delle imprese contro il 38% del 2019.

Non ci sono buone notizie neanche sul fronte occupazionale. Scende dal 36 al 21% il numero di aziende che conta di assumere il prossimo anno. In Europa passiamo dal 36% al 20%. Nel mondo, appena il 28% prevede nuove assunzioni (45% nel secondo semestre 2019). Quasi il 50% delle aziende sta pensando di implementare le misure di sicurezza sul lavoro in vista della ripresa (35% in Italia, 38% in Europa). Rimarrà alta l’attenzione verso il mantenimento del flusso di cassa: 40% mondiale, 19% in Italia, 30% in Europa. C’è poi la sensibilizzazione delle imprese sull’opportunità di maggiori tecnologie e di trasformazione digitale (31% Italia, 36% Europa, 46% mondo). Infine, la pandemia ha evidenziato l’importanza di una migliore flessibilità aziendale (30% imprese italiane, 40% europee, 46% mondiali) e dei processi di gestione della crisi (25% Italia, 31% Europa,. 42% Mondo).

Gabriele Labombarda, partner & Ibc Director Bernoni Grant Thornton, commenta così: “Come si evince dai risultati, l’ottimismo aziendale ha visto un forte peggioramento su scala globale, motivato dalle deboli performance economiche degli ultimi mesi legate soprattutto agli impatti del Covid-19 sui mercati internazionali. In particolare, le conseguenze derivanti dalla diffusione della pandemia, come il crollo della domanda, gli elevati livelli di incertezza e le preoccupazioni sulla disponibilità finanziaria, impongono oggi alle aziende una riflessione e revisione delle proprie strategie aziendali relative al prossimo futuro. Molte aziende hanno saputo approfittare della forzata inattività e/o della riduzione dei volumi di lavoro conseguenti il lockdown e hanno avviato azioni volte a contrastare le difficoltà causate dalla pandemia, come, ad esempio, il ripensamento e la riorganizzazione dei processi interni e la ristrutturazione della propria posizione finanziaria, preparandola per la ripartenza”.

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