Cresce la preoccupazione tra i lavoratori della Flex di Trieste, azienda produttrice di componenti elettronici che dipende in gran parte da Nokia, multinazionale finlandese. Secondo voci interne, Nokia starebbe valutando di non rinnovare il contratto, in scadenza a fine anno. Questi rumors, se confermati, potrebbero avere un impatto devastante: Nokia rappresenta infatti oltre l’80% del fatturato della Flex, con una produzione concentrata su componenti per il 4G e 5G. La situazione è ancora incerta, ma l’Unione sindacale di base (Usb) ha già colto l’occasione per richiedere la riapertura del tavolo di discussione al Ministero delle Imprese, chiuso oltre un anno fa.
La Flex non ha ancora rilasciato comunicazioni ufficiali sulla vicenda, e i sindacati Fiom, Fim e Uilm preferiscono attendere l’incontro programmato con i vertici aziendali il prossimo 25 settembre prima di esprimersi. La situazione, però, viene già considerata delicata, specialmente dopo la fine del periodo di ammortizzatori sociali e il recente reintegro di 13 lavoratori, a seguito di una sentenza favorevole in tribunale.
Attualmente, la Flex di Trieste conta 70 addetti legati alla produzione per Nokia e 50 lavoratori nel magazzino della multinazionale, senza contare l’indotto che dipende dal rapporto con il colosso finlandese. La possibile uscita di Nokia potrebbe avere ripercussioni significative per tutta la filiera produttiva e per i posti di lavoro a rischio.