Il mondo della cooperazione soffrirà per la mancata apertura dei negozi. In Umbria situazione molto pesante.

Le difficoltà economiche del mondo produttivo non conoscono sigle. Le cooperative dell’Umbria non faranno eccezione alle difficoltà per la mancata ripresa da “shopping” durante il periodo delle feste natalizie, un periodo che, tradizionalmente, servire al mondo del commercio e dell’artigianato di “mettere a posto” una parte del bilancio annuale. La difficoltà è una tendenza che è stata rilevata dall’Unione europea delle cooperative (Uecoop) su un campione significativo di aziende Con le feste blindate secondo più di 8 imprese su 10 (81%) neanche lo shopping di Natale e Capodanno riuscirà a creare una ripresa economica, forte o anche solo moderata, aggravando le conseguenze dell’emergenza Covid. Tra l’altro il sistema della cooperazione, specie nel territorio del perugino è molto efficiente e si appoggia su tantissimi settori, anche se con qualche stortura. La situazione che sta mettendo a dura prova il sistema produttivo nazionale e di più quello delle regioni che hanno una sistema economico debole con molte storture, come l’Umbria. Alla crisi persistente ne sono interessati un po’ in tutti i settori, dai servizi al commercio, dalla logistica alla manifattura, dall’agroalimentare al turismo – sottolinea Uecoop – con perdite di fatturato, sospensione dei progetti di investimento e difficoltà a garantire i livelli occupazionali. E se dopo la fine del primo lockdown le aziende avevano cercato il rilancio sperano in un recupero consistente del fatturato alla fine dell’anno con il tradizionale shopping di Natale e Capodanno adesso la situazione si fa molto più fosca con meno di 1 impresa su 5 (19%) che crede in un deciso rimbalzo a causa della seconda ondata di contagi da Covid e delle necessarie misure anti contagio, mentre – sempre secondo l’indagine di Uecoop – il 37% delle realtà produttive lo esclude senza appello. In questa situazione di crisi e incertezza la speranza è legata ai fondi del Recovery Plan anche se un’ampia maggioranza (77%) crede che il rilancio arriverà probabilmente solo fra 2 o 3 anni. Il rischio però è che gli aiuti arrivino troppo tardi per recuperare il terreno perso e difendere i livelli occupazionali considerato che – evidenzia Uecoop – a marzo 2021 scade anche il blocco dei licenziamenti. Anche se tutti riconoscono l’esigenza di fare presto secondo la metà delle imprese (51%) servirà almeno un anno per vedere davvero i soldi del Recovery Plan europeo. L’attesa per gli aiuti è il sintomo evidente – sottolinea Uecoop – di una sofferenza sociale ed economica che colpisce imprese e famiglie mettendo a rischio il sistema economico nazionale. L’evolversi della situazione sta mettendo a dura prova la resilienza delle oltre 80mila cooperative italiane che – evidenzia Uecoop – offrono lavoro a più di 1 milione di persone dall’agroalimentare alla scuola, dalle costruzioni alla logistica, dal commercio all’informatica, dall’assistenza sociale ai servizi di sicurezza e vigilanza generando un fatturato annuo che supera i 150 miliardi di euro. In questo momento storico segnato da una pandemia senza precedenti è necessario intervenire al più presto – conclude Uecoop – snellendo tutte quelle procedure burocratiche che rischiano di far perdere tempo prezioso per salvare aziende e posti di lavoro.

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