Mercato immobiliare in Puglia: meno compravendite e prezzi in aumento nei centri urbani

Contrazione delle vendite e aumento dei prezzi nelle zone centrali delle principali città, con Bari al vertice della classifica regionale

Nel primo semestre del 2024 il mercato immobiliare in Puglia ha mostrato segni di rallentamento, con 822 abitazioni vendute in meno rispetto allo stesso periodo del 2023, segnando un calo del 4,1%. Nonostante la domanda in calo, i prezzi degli immobili hanno subito un incremento significativo nelle aree centrali delle principali città, come Bari e Lecce, lasciando le periferie relativamente più accessibili. La contrazione nel numero di compravendite è considerata un segnale di rallentamento economico, causato principalmente dalla crescita dell’inflazione e dall’aumento dei tassi di interesse, che hanno reso più onerosi i mutui per le famiglie.

Bari guida i prezzi, Lecce e Brindisi seguono

Tra le città pugliesi, Bari si conferma la più costosa, con una spesa media di circa 340.000 euro per un immobile di 100 metri quadrati in centro. Nei quartieri semicentrali, il prezzo scende a circa 295.000 euro, mentre in periferia può aggirarsi sui 175.000 euro. Lecce segue in questa classifica, con prezzi intorno ai 2.900 euro al metro quadro nel centro storico e rispettivamente 1.250 e 800 euro per semicentro e periferia.

Al contrario, a Brindisi i prezzi risultano i più accessibili, con una media di 1.600 euro al metro quadrato in centro, 800 euro in semicentro e 650 euro nelle zone periferiche. Anche a Taranto si notano cifre relativamente più basse rispetto a Bari, con una media di 185.000 euro per un immobile centrale da 100 metri quadrati, che scende a 90.000 euro in semicentro e 70.000 euro in periferia.

Vendite in calo e fattori economici influenti

Le principali città della regione hanno risentito di un calo delle compravendite, con Taranto che ha registrato il calo maggiore (-8,7%), seguita da Lecce (-3,9%) e Brindisi (-3,4%). Il capoluogo regionale Bari ha visto una riduzione delle vendite del 4,1%, in linea con la media regionale. Secondo Davide Stasi, dell’Osservatorio economico Aforisma, la contrazione è in parte attribuibile all’aumento dell’inflazione che, seguito dall’incremento dei tassi di interesse, ha limitato l’accessibilità al credito per le famiglie e scoraggiato gli investimenti nel settore immobiliare.

Superbonus e impatto sul valore degli immobili

Il Superbonus, introdotto nel 2020 e disponibile fino a fine agosto 2024, ha sostenuto circa 27.510 ristrutturazioni in Puglia, investendo complessivamente 5,7 miliardi di euro, di cui 5,6 miliardi detraibili. Questo incentivo ha stimolato interventi di riqualificazione energetica, migliorando il valore degli immobili coinvolti. Si stima infatti che l’incremento medio di valore sia stato del 25%, con un miglioramento medio di tre classi energetiche, ben oltre il requisito minimo di due classi previsto dalla normativa. Tuttavia, il Superbonus ha anche generato un aumento dei costi catastali per circa tre quarti degli immobili coinvolti, che ora necessitano di aggiornamenti a causa dell’incremento di valore.

Influenza del turismo e distribuzione dei prezzi

La domanda di immobili nelle aree a vocazione turistica della Puglia, come il Salento, il Gargano e la Valle d’Itria, ha mantenuto i prezzi elevati lungo la costa e nelle zone di particolare interesse turistico. Tuttavia, l’entroterra registra prezzi più bassi, condizionati da una popolazione in calo e da un progressivo spopolamento. I comuni meno abitati e lontani dalle zone turistiche continuano infatti a risentire di una domanda molto ridotta.

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