L’obiettivo è quello di mantenere una patriomonio di buona pratica, e cioè far pascoalre gli animali a ridosso delle aree boschive nel territorio della Regione Marche. E per chio attrezza questi spazi, una volta davvero indispensabili per la conduzione di aziende agricole famigliari, verranno destinati trecento euro ad ettaro. Sono le “Pratiche locali tradizionali” (Plt), terreni ugualmente pascolabili, che non venivano considerati eleggibili e che ora possono accedere ai contributi a superficie sia sul primo Pilastro che sul PSR nelle misure del benessere animale, indennità compensativa e biologico. Aree in cui, secondo la normativa europea, sussistono specie arboree e arbustive utilizzabili per le attività di pascolo, che contribuiscono al mantenimento dell’habitat naturale. “Abbiamo portato chiarezza su queste pratiche di allevamento che sono comuni nel nostro entroterra e che da oggi si potranno incrementare – evidenzia il vicepresidente Mirco Carloni, assessore all’Agricoltura – Con questa misura rimediamo a una mancanza che penalizzava i nostri allevatori, che ora potranno presentare richiesta, con la propria domanda unica, di essere censiti come Plt”.
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