Per porre l’attenzione su un grave problema che sta influenzando la competitività dell’azienda, ieri mattina è stato posizionato un grande cartellone informativo all’interno dello stabilimento AST. L’affissione, visibile su uno degli edifici principali di viale Brin, espone chiaramente il disagio causato dai costi energetici spropositati rispetto a quelli dei competitor europei. Il cartellone racconta anche la storia dell’esproprio del ramo elettrico dell’azienda Terni, per il quale, nonostante anni di impegni presi da varie istituzioni nazionali e locali, non è mai stata trovata una soluzione compensativa per Terni e Acciai Speciali Terni S.p.A.
La differenza di costi energetici che AST è costretta a sopportare rispetto ai concorrenti europei è significativa: in alcuni casi, le bollette sono quasi triplicate. Eppure, una soluzione sarebbe possibile: ripristinando la condizione originaria di autoproduzione attraverso il collegamento diretto con la centrale ENEL di Galleto, AST potrebbe ottenere l’energia elettrica necessaria a costi comparabili a quelli dei concorrenti europei e delle altre aziende che autoproducono energia.
Il titolo che accompagna l’affissione è particolarmente incisivo: “Abbiamo il diritto morale di avere le nostre centrali o di essere compensati per chi le ha espropriate”.
Questa importante tematica verrà condivisa anche con il territorio attraverso la mostra “La Grande Opera”, che si terrà dal 4 ottobre al PalaSI di Terni. L’esposizione esplorerà una delle più grandi opere idrauliche italiane, nata dal contributo delle acciaierie ternane. Il percorso immersivo sarà incentrato sull’impatto del polo siderurgico e del sistema idroelettrico di Terni, con approfondimenti storici sull’industrializzazione locale, dal suo inizio fino al gruppo Arvedi. Ci sarà anche una sezione didattica dedicata alle scuole, con un focus sulla produzione dell’acciaio e le infrastrutture necessarie.
La mostra sarà aperta fino al 23 ottobre e metterà in luce le risorse naturali, come la Cascata delle Marmore, e l’innovazione rappresentata dall’industria dell’acciaio e dall’energia. Un’opera visionaria che già all’epoca poteva essere definita sostenibile, e che oggi avrebbe potuto rappresentare un vantaggio competitivo per AST e per l’intero territorio. Tuttavia, le risorse legate a questi impianti si sono perse nel corso delle nazionalizzazioni che hanno portato alla creazione dell’ente nazionale per l’energia elettrica.
In occasione dei 140 anni dalla fondazione delle acciaierie, questo tema verrà approfondito e presentato alla città.