L’Abruzzo vede un contributo decisivo dal settore farmaceutico della provincia dell’Aquila per mantenere a galla il proprio export nei primi sei mesi dell’anno. Secondo un’analisi basata su dati Istat e Coeweb, condotta da Aldo Ronci per Artigiani Imprenditori d’Italia Abruzzo, l’industria farmaceutica ha registrato un incremento di 281 milioni di euro rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Questo risultato, seppur rilevante, non è sufficiente a migliorare significativamente la performance complessiva della regione, che vede le sue esportazioni aumentare di soli 106 milioni di euro in valore assoluto, ma retrocede dal terzo al dodicesimo posto nella classifica nazionale di competitività.
Il settore farmaceutico traina in particolare la provincia dell’Aquila, che segna un incremento di 332 milioni di euro nelle esportazioni, posizionandosi al vertice tra le province abruzzesi. In netto contrasto, il Pescarese ha registrato un modesto aumento di 19 milioni, mentre Chietino e Teramano hanno segnato perdite rispettivamente di 113 e 133 milioni di euro.
Il quadro complessivo delle esportazioni regionali, tuttavia, è fortemente penalizzato dalla flessione del settore automotive, con un calo del fatturato di 106 milioni di euro, principalmente legato alle difficoltà del gruppo Stellantis nel suo impianto di Val di Sangro, il più grande d’Europa. Le preoccupazioni per il futuro del sito produttivo sono tali da aver spinto il governo a valutare il rinvio dello stop alla produzione di veicoli a benzina e diesel al 2035. Questo scenario desta preoccupazione anche tra le piccole e micro imprese del territorio, data l’importanza dell’indotto generato dal settore automobilistico.
Parallelamente, altri settori produttivi mostrano andamenti contrastanti. Mentre comparti come tessile-abbigliamento e alimentare registrano rispettivamente aumenti di 45 e 30 milioni di euro, altri settori soffrono perdite consistenti. La produzione di gomma e plastica cala di 75 milioni, quella di macchine e apparecchiature di 45 milioni, seguiti da apparecchi elettrici (-24 milioni), prodotti chimici (-9 milioni) e prodotti in metallo (-7 milioni).
“È fondamentale prestare attenzione a questi settori” avverte Savino Saraceni, presidente regionale della Cna, sottolineando come molte delle imprese coinvolte siano piccole realtà che rappresentano la spina dorsale del tessuto produttivo abruzzese. Per questo, Saraceni propone l’apertura di un tavolo di confronto con la Regione, con l’obiettivo di individuare strumenti di supporto per le aziende locali e favorire la loro capacità di esportazione.
In un contesto economico caratterizzato da profonde incertezze, sarà cruciale capire se l’incremento delle esportazioni farmaceutiche sarà sufficiente a sostenere l’economia abruzzese e a rilanciare le prospettive di crescita di un territorio che affronta sfide sempre più complesse.