Sono 4 milioni i pugliesi costretti al lockdown fin dopo Pasqua. Un periodo che fatalmente cambierà le abitudini dei cittadini, che potranno uscire solo per lavoro, per andare dal medico o a fare la spesa. Lo fa sapere Coldiretti Puglia che invita a evitare le file ai supermercati, già in corso. L’approvvigionamento alimentare non mancherà infatti grazie a più di 100 mila aziende agricole e stalle e da più di 5 mila imprese di lavorazione alimentare, oltre a un’ottima rete di distribuzione che continuerà a essere sostenuta dalle consegne a domicilio e dall’asporto.
Di sicuro, il lockdown fino a Pasquetta inciderà invece sulle attività economiche e occupazionali. Le più colpite saranno le aziende del settore turistico e della ristorazione. La stretta anti-Covid, infatti, vieta il servizio al tavolo e al bancone di bar, ristoranti, pizzerie e agriturismi per una perdita stimata in 300 milioni di euro nelle tre settimane che portano al 5 aprile. Sono più di mezzo milione i pugliesi che sono soliti consumare il pranzo fuori casa a Pasqua, il 32 per cento dovrà rivedere i programmi nel lungo weekend di Pasquetta, dedicato per tradizione alla gita fuori porta, alle visite a parenti e amici e alle vacanze, anticipatorie di quelle estive.
Colpiti pesantemente i 900 agriturismi che aspettano l’inizio della primavera per accogliere ospiti che apprezzano particolarmente la campagna che si risveglia. Così come dagli amanti delle attività agricole con i lavori di preparazione dei terreni, la semina e la raccolta delle primizie per la tavola. Gli agriturismi, tra l’altro, sono tra i posti più sicuri dove venire a rilassarsi, difendendosi in sicurezza dal contagio anche fuori dalle mura domestiche. Coldiretti regionale, a questo proposito, sottolinea come “si tratta di un duro colpo per l’agriturismo che ha già subito un crack senza precedenti, secondo l’analisi di Terranostra Puglia, con la perdita di fatturato di quasi 100 milioni di euro nel 2020 e con una situazione uguale nel primo trimestre del 2021”.
E ancora: “Ad andare in crisi è l’intero sistema della ristorazione, con il Made in Italy che vede vino e cibo invenduti per 700 milioni di euro in Puglia dall’inizio della pandemia; con migliaia di agricoltori, allevatori, pescatori, viticoltori e casari che soffrono insieme ai ristoratori”. Servono interventi e ristori per l’intera filiera, a partire dal decreto Sostegno ora all’esame del Governo. “Cittadini e operatori economici devono aderire con atti concreti alla campagna di mobilitazione #Mangiaitaliano, privilegiando gli approvvigionamenti sugli scaffali di mozzarelle con il latte pugliese rispetto a quello ottenute da cagliate straniere, salumi ottenuti con la carne degli allevamenti locali, frutta e verduta a km 0 e olio extravergine Made in Italy al 100 per cento”.