Prevenzione udito, conoscere l’apparato uditivo è fondamentale

Maurizio Serra

Udito Farm Roma

Problema comune a molti, riscontrabile a tutte le età, indistintamente gli uomini e le donne, l’ipoacusia colpisce 7 milioni di italiani. Uno su tre non riconosce il problema e non si è mai sottoposto neppure ad una visita. Perché? “Gran parte dei problemi e dei danni all’udito nascono da comportamenti superficiali e da una scarsa conoscenza del nostro apparato uditivo. Non si comprendono (o si trascurano) i danni poiché conosciamo poco il nostro apparato”. Così Maurizio Serra, titolare del centro romano UdiFarm, spiega l’importanza della prevenzione uditiva e punta il dito sui comportamenti che possono danneggiare, anche in modo permanente, l’udito. “Al di là di casi strettamente fisiologici, come la classica presbiacusia da età, molto spesso mi trovo a trattare – aggiunge Serra – problematiche di perdite considerevoli di udito in giovani che, nella maggior parte dei casi, sono state determinate da comportamenti impropri. I giovani si autodanneggiano consapevolmente o inconsapevolmente proprio perché associano erroneamente l’ipoacusia esclusivamente all’anzianità”.

Da dove partire allora? “Dal proprio apparato uditivo: conoscerlo e scoprire le cause di un trauma acustico sono la prima e più importante prevenzione” aggiunge. “L’orecchio è un organo eccezionale, costituito da un padiglione auricolare che convoglia i suoni attraverso un condotto (uditivo) sulla membrana timpanica, che è come una pellicola trasparente, per fare un’analogia, come quella che utilizziamo per coprire gli alimenti. La membrana timpatica è molto delicata, quando le arriva un suono la membrana vibra. Su di essa sono innervati i tre ossicini più piccoli del corpo umano (martello, incudine e staffa), che appunto vibrano quando avvertono un suono in ingresso per culminare sulla coclea. Una piccola spirale in tessuto osseo, dell’ordine di 1 cm, all’interno della quale abbiamo dei liquidi (endolinfa e perilinfa) e nella quale ci sono circa 100 mila cellule ciliate, i cosiddetti recettori dell’udito, piccoli capellini sottilissimi immersi nel liquido che si muovono quando avvertono la vibrazione e inviano i segnali al cervello”. “Se la vibrazione – prosegue ancora Serra – è tale da scaraventare via le cellule, come avviene nel caso di un trauma acustico, quando ci posizioniamo ad esempio vicino alla cassa acustica in una discoteca oppure vicino ad un martello pneumatico, alcune di quelle cellule ciliate rischiano di inibirsi permanentemente, comportando appunto la perdita dell’udito”.

Per questo è importante insistere sulla prevenzione, spiegarlo soprattutto ai giovani, sapendo che “la migliore e più efficace prevenzione uditiva – conclude Serra – dipende da noi: non equivale solo sottoporsi a visite di controllo e intervenire tempestivamente quando avvertiamo che il nostro udito ha subito perdite, ma significa soprattutto preservare l’apparato da possibili traumi o comportamenti impropri”.

 

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