Stop alle semplificazioni introdotte con il Covid, ma non necessariamente allo smart working. Da aprile scaduta l’ultima proroga del termine che ha consentito l’accesso al lavoro agile senza necessità di sottoscrivere accordi individuali e con procedure amministrative semplificate era quella prevista dalla legge di conversione del Decreto anticipi.
Sarà dunque ancora possibile lavorare da remoto, ma attraverso accordi individuali tra azienda e lavoratori. Lo smart working non è più dunque un diritto del lavoratore, ma solo una modalità di esecuzione della prestazione lavorativa. Pertanto, sarà possibile farvi ricorso solamente attraverso un accordo individuale tra dipendente e datore di lavoro.
Come deve essere l’accordo individuale
L’accordo individuale, come previsto dall’articolo 19 della legge n. 81/2017, deve essere stipulato in forma scritta. Deve disciplinare l’esecuzione della prestazione lavorativa svolta all’esterno dei locali aziendali, individuando i tempi di riposo del lavoratore e le misure tecniche e organizzative necessarie per assicurare la disconnessione dalle strumentazioni tecnologiche di lavoro.
Inoltre, torna obbligarorio inviare le comunicazioni telematiche al Ministero utilizzando l’apposita procedura sul Portale Servizi Lavoro entro i cinque giorni successivi dall’inizio della prestazione o dall’ultimo giorno comunicato prima dell’estensione del periodo.
I numeri dello smart working
Molte grandi aziende hanno deciso di utilizzare ancora lo smart working, facendo lavorare i propri dipendenti per progetto. E risparmiando in questo modo sui costi di gestione delle sedi.
Secondo i dati dell’Osservatorio Smart working della School of Management del Politecnico di Milano, nel 2019, prima della pandemia, in Italia utilizzavano il lavoro in forma smart circa 570mila dipendenti. Nel 2023 i lavoratori italiani da remoto sono stati 3,585 milioni, con un lieve incremento rispetto ai 3,570 milioni del 2022, ma con il 541% in più rispetto al pre-Covid. Nel 2024 si stima saranno 3,65 milioni i lavoratori smart in Italia.