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Inflazione Toscana: ad Arezzo +528 euro, a Pisa +387 Differenza di ben 141 euro tra la prima e l'ultima provincia della regione per quel che riguarda il caro spesa

di Alessandro Pignatelli
24/01/2023
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Fare la spesa è costato molto di più ai residenti di Arezzo che hanno dovuto aggiungere al loro budget 528 euro per mettere in tavola pane, pasta, latte, carne e pesce rispetto ai residenti della provincia di Pisa (+387). C’è una forbice di 141 euro tra la prima e l’ultima della classifica stilata da Coldiretti Toscana sulla base dei dati relativi all’inflazione nei dodici mesi del 2022. In mezzo c’è un esborso medio annuale su base regionale a famiglia di 463 euro in più all’anno per l’acquisto di prodotti alimentari e bevande analcoliche.

“A spingere l’inflazione a livelli record sono stati in questo folle 2022 l’aumento dei costi energetici e di produzione alimentati dagli effetti del conflitto in Ucraina per cui, purtroppo, non si intravede ancora una soluzione – spiega Fabrizio Filippi, presidente Coldiretti Toscana – Le famiglie per difendersi dallo tsunami dei rincari hanno dovuto adattarsi cercando prodotti con sconti, girando anche per più punti vendita alla ricerca del prezzo più conveniente oppure tornando all’abitudine di fare la lista della spesa per scoraggiare gli acquisti compulsivi. Piccole strategie che, insieme a tante buone pratiche quotidiane che hanno messo in atto come una più attenta lotta agli sprechi e una migliore gestione dei costi energetici con il 77% che ha affermato di ridurre le temperature e le ore di utilizzo dei riscaldamenti, hanno sicuramente alleviato l’impatto”.

Nella classifica delle province dove riempire il carrello è stato più costoso troviamo al secondo posto Grosseto con 517 euro che ha chiuso l’anno con il tasso di inflazione più alto di tutta la regione (12,7%) contro una media del 12% stabile rispetto al mese di novembre 2022. Al terzo posto troviamo Pistoia con 500 euro. Poco distante con 489 euro, al quarto posto, la provincia di Massa Carrara che precede Firenze con 478 euro in quinta posizione. Seguono poi Livorno con 453 euro, Siena con 444 euro e Lucca con 410 euro. Chiude la classifica, come anticipato, Pisa con 387 euro di rincari.

Complessivamente tutte le famiglie insieme hanno speso, considerando l’inflazione media per ogni singola voce, 845 milioni di euro in più per l’acquisto di prodotti alimentari e bevande analcoliche a causa di un incremento medio dell’inflazione dell’8,2% con la classifica degli aumenti che è guidata da pane, pasta e cereali (+160 milioni) davanti a verdura (+159 milioni) e carni (+143 milioni). Al quarto posto ci sono, come anticipato, latte formaggi e uova – spiega Coldiretti Toscana – che precedono il pesce, rincarato di 69 milioni di euro. Seguono olio, burro e grassi (+ 52 milioni), che è però la categoria che nel 2022 ha visto correre maggiormente i prezzi con una inflazione media del 17,9% e le bevande analcoliche (dal caffè alle acque minerali fino ai succhi) a pari merito (+52 milioni). Chiudono la classifica degli aumenti a zucchero, confetture, miele, cioccolato e dolci (+25 milioni) e sale, condimenti e alimenti per bambini (+13 milioni).

Se i prezzi per le famiglie corrono, l’aumento dei costi colpisce duramente l’intera filiera agroalimentare a partire dalle campagne – denuncia Coldiretti Toscana – dove più di 1 azienda agricola su 10 (13%) è in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività ma ben oltre 1/3 del totale (34%) si trova comunque costretta in questo momento a lavorare in una condizione di reddito negativo per effetto dei rincari, secondo il Crea. Sotto pressione – sottolinea Coldiretti Toscana – è l’intera filiera agroalimentare a partire dall’agricoltura dove si registrano infatti aumenti dei costi che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi al +129% per il gasolio fino al +500% delle bollette per pompare l’acqua per l’irrigazione dei raccolti. Ma aumenti riguardano anche l’alimentare con il vetro che costa oltre il 50% in più rispetto allo scorso anno, il 15% il tetrapack, il 35% le etichette, il 45% il cartone, il 60% i barattoli di banda stagnata, fino ad arrivare al +70% per la plastica, secondo l’analisi Coldiretti.

“Il 2022 è stato un anno durissimo che ha sfiancato la fiducia di famiglie ed imprese e creato un clima di pessimismo soprattutto per quanto riguarda la situazione economica. L’anno si è chiuso con un tasso di inflazione stabile anche se con molte differenze tra territorio e territorio – conclude il presidente di Coldiretti Toscana, Fabrizio Filippi – La piccola crescita del Pil regionale prevista per il 2023, ed i successivi due anni dall’Irpet, sarà condizionata inevitabilmente dai fattori guerra, inflazione e clima. L’agricoltura può fornire molte delle risposte di cui il Paese ha bisogno sia dal punto di vista della produzione di cibo che di energia pulita contribuendo in maniera determinante ad una nuova stagione di crescita”.

Tags: CDEARTICLEColdiretti ToscanainflazioneToscana
Alessandro Pignatelli

Alessandro Pignatelli

Giornalista professionista e scrittore, amante della carta stampata come del mondo digitale. Ho lavorato per agenzie stampa e siti internet, imparando nel mio percorso professionale a essere tempestivo, preciso, ma anche ad approfondire con vere e proprie inchieste. Con i new media e i social, ho inserito nel mio curriculum anche concetti come SEO, keyword, motori di ricerca, posizionamento.

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