Imprese Abruzzo: rubinetti chiusi dalle banche

Graziano Di Costanzo, Cna Abruzzo

Rubinetti chiusi da parte delle banche per le imprese abruzzesi durante la pandemia. Fortunatamente, dal Governo sono arrivate misure di sostegno all’accesso al credito con il Fondo centrale di garanzia, con copertura totale dei rischi. Queste risorse non sono state però sufficienti, tanto che l’Abruzzo si è presentata come la cenerentola del settore.

La foto viene scattata da Aldo Ronci per Cna Abruzzo. Lo studio è stato messo a punto sui dati Bankitalia sull’andamento del credito in Abruzzo nel 2021: “Al 31 dicembre scorso – illustra l’autore – i prestiti alle imprese ammontavano complessivamente a 10 miliardi e 550 milioni di euro, registrando sui dodici mesi precedenti un incremento di appena 22 milioni, che in valore percentuale rappresenta lo 0,1%, contro l’1,7% nazionale. Valori che, considerate le circostanze, rappresentano davvero un’inezia”. Aumento irrisorio che un lato debole: “Nei fatti si è trattato di uno scambio: i 1.463 milioni di euro di crediti erogati in più, grazie alla garanzia pubblica, hanno coperto a malapena la restrizione patita nello stesso periodo, con i canali normali, che è stata pari a 1.441 milioni”.

Il prestito medio per impresa, in Abruzzo, è appena il 57 per cento di quello medio italiano: 82.432 euro contro 143.869. A pagare dazio è stata in particolare la piccola impresa: al netto dei finanziamenti garantiti dal Fondo centrale, al 31 dicembre scorso, erano 2 miliardi e 405 milioni di euro, il 75 per cento in meno rispetto all’anno precedente, con una variazione del -3 per cento.

Si chiede un cambio di passo, ma la legge regionale del 2021, la numero 9, fatta per sostenere le imprese colpite dall’emergenza covid, in particolare nei settori del turismo e del commercio, non ha ancora visto la luce: “Chiaro che in materia occorra subito una svolta – dice il direttore regionale di Cna Abruzzo, Graziano Di Costanzo – perché un numero consistente di piccole imprese non ha potuto usufruire dei finanziamenti garantiti dallo Stato, perché le rate su tasse e mutui non sono più bloccate, perché il costo delle materie prime è schizzato, perché anche i diversi ammortizzatori sociali non sono più attivi. Abbiamo chiesto alla Regione, con le altre associazioni del mondo della piccola impresa, di valorizzare il ruolo dei confidi per favorire l’accesso al credito bancario: crediamo che questi dati parlino più di qualsiasi altra cosa. E che bisogna anche recuperare velocemente il tempo perso”.

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