Fallimenti imprese: Umbria, 2021 meglio del 2019

Nel primo semestre del 2019 fallirono 5.380 imprese, nello stesso semestre di quest’anno siamo a 4.667. Il confronto arriva dai dati di Unioncamere – InfoCamere, sulla base del Registro delle Imprese delle Camere di Commercio. Lo scorso anno, invece, i fallimenti furono 2.924, dato ‘drogato’ però dal lockdown e dallo stop dei tribunali e delle loro attività. Altro dato interessante è il tasso di fallimento delle imprese italiane – che si ottiene dal numero di procedure fallimentari aperte ogni mille imprese registrate – che si attesta su 0,76. Ogni 4 mila imprese, insomma, ne fallisce una.

“La situazione nella nostra regione – ha osservato il presidente dell’ente camerale umbro Giorgio Mencaroni – è abbastanza buona per quanto attiene alla percentuale di fallimenti con solo 87 imprese costrette a chiudere questo semestre contro le 107 del primo semestre 2019, ovvero il 18,7% in meno. Lo scorso semestre si sono registrate solo 47 fallimenti. Insomma, nonostante la crisi e le mille difficoltà imposte dalla pandemia, il tessuto imprenditoriale regionale ha retto il colpo”.

Nel resto d’Italia (media di -13,3 per cento di fallimenti), solo tre regioni hanno registrato un aumento di chiusure rispetto a due anni fa: Basilicata (+53,6 per cento), Molise (+41,7 per cento) e Sicilia (+1,4 per cento).

Cambia il discorso se parliamo di tasso di fallimento. “In questo caso – ha evidenziato Mencaroni – la situazione umbra non è ottimale perché dopo la Lombardia che guida questa spiacevole classifica con un 1,01%, il Lazio e il Molise appaiati con un 0,97% c’è proprio l’Umbria con un pesante 0,92%. Ovviamente questi dati possono anche essere letti come indicatori di una diversa e più spiccata propensione al rischio e quindi come indici di un contesto maggiormente aperto al rischio d’impresa”-

Tutto sommato omogeneo il dato dei fallimenti nei diversi settori di attività d’impresa, spicca solo quello della fornitura di energia (+60 per cento). La migliore performance viene registrata dalle attività immobiliari con un calo del 33,1 per cento nei fallimenti. In Umbria si segnalano maggiori problemi nei settori trasporti/spedizioni, commercio, costruzioni e turismo. Bene agricoltura e assicurazioni.

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