Estate 2020: Confturismo e Assoturismo, è da dimenticare

L’estate del 2020 è assolutamente da dimenticare nel bilancio di Confturismo Confcommercio e Assoturismo Confesercenti. Swg, per conto di Confturismo, fa sapere che per la prima volta, tra luglio e agosto, scende da 65 a 63 – su una scala da 0 a 100 – l’indice di fiducia del viaggiatore. In cinque anni di rilevazioni, è una prima volta assoluta.

A questo punto, diventa quasi impossibile che settembre possa risultare un mese vincente per il turismo. Luca Patanè, presidente di Confturismo – Confcommercio, precisa: “A fine marzo ipotizzavamo una perdita del valore di produzione del turismo nel 2020 nell’ordine dei cento miliardi di euro: allora sembrava una visione decisamente troppo drammatica, ma ogni giorno che passa ci avviciniamo sempre più a questa soglia”.

Patanè chiede al Governo di dare risposte adeguate per fare un salto di qualità: “Con le risorse del Recovery Fund si può fare molto, ma bisogna mettere il turismo al centro delle politiche attive per la ripresa”.

Assoturismo Confesercenti non fa sconti. Nonostante il lieve recupero di agosto, l’estate 2020 non si salva. Nel trimestre giugno – agosto, infatti, le presenze nelle strutture ricettive in Italia sono state pari a 148,5 milioni, ben 65 milioni in meno rispetto al 2019 (-30,4 per cento), con un calo che si è registrato maggiormente nelle strutture alberghiere (-32,6 per cento) rispetto alle extralberghiere (-27,5 per cento).

Vittorio Messina, presidente di Assoturismo Confesercenti, fa sapere: “Ora le imprese sperano in un prolungamento della stagione estiva a settembre e in una graduale ripresa del turismo straniero, anche se le notizie di una risalita dei contagi hanno frenato le prenotazioni e in qualche caso portato a delle disdette. L’emergenza è quindi tutto fuorché archiviata: occorre prolungare i sostegni al settore, che si trova di fronte a una nuova stagione di incertezza. Ma anche estendere e modificare il meccanismo del bonus vacanze: la bassa adesione dimostra che, così com’è, è troppo oneroso per gli imprenditori, che non sono nelle condizioni di perdere liquidità”.

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