Cambia il sistema produttivo nelle Marche. Ci sono sempre meno imprese, mentre quelle dei servizi più avanzati crescono con forme giuridiche evolute. Nel 2019, la regione ha perso quasi 2 mila imprese attive, secondo i dati di Unioncamere – Movimprese rielaborati dal Centro Studi di Cna Marche. In campo manifatturiero, poi, la diminuzione tocca l’1,6%, per la componente dell’artigiano siamo al -1,8%, ossia 791 aziende.
Ma è soprattutto il settore del commercio e quello primario a subire l’emorragia (-2,6%). Si registra invece crescita in quasi tutti i settori dei servizi, in particolare per Attività professionali e di consulenza (+2,4%), Servizi di supporto alle imprese (+4,1%), Attività artistiche e sportive (+2%), Sanità e altri servizi sociali (+3,5%).
Commenta Cna Marche: “Prosegue dunque il processo di riallineamento della struttura economica della regione rispetto alle economie più evolute del Paese, con il calo delle imprese attive in agricoltura, manifatture e costruzioni e la crescita numerica non per tutti i servizi (il commercio perde oltre 900 imprese), bensì per quelli più avanzati, a più alto contenuto di conoscenza”.
Pure nel settore manifatturiero ci sono attività che salgono e altre che scendono. In calo produzioni alimentari, di arredamento e moda, della meccanica; in crescita quelle di produzione in gomma e materie plastiche, della chimica e dell’elettronica, ma in particolare di riparazioni, manutenzioni e installazioni di macchine e impianti (+4%).
Tutte le province marchigiane perdono imprese: dal –0,8% di Macerata al -1,7% di Ancona. Le maggiori perdite tra le imprese individuali che hanno un saldo di più di 2 mila aziende in meno. Calate fortemente anche le società di persone, mentre a crescere sono quelle di capitali.