Rapporto Bankitalia sull’economia: ricostruzione post-sisma ferma

Andamento lento. È quello dell’economia umbra nel 2019 secondo l’ultimo rapporto di Banca d’Italia. “Ha inciso l’indebolimento di investimenti e domanda estera, che avevano sostenuto la fase di ripresa. Le crescente incertezze sul mercato nazionale e su quello globale condizionano anche le aspettative a breve degli imprenditori, che rimangono improntate alla prudenza”.

Dopo tre anni, resta preoccupante lo stato della ricostruzione. A marzo c’erano ancora macerie da togliere, pochissime le domande già lavorate dagli uffici per concedere fondi per la ricostruzione. Niente a che vedere con la velocità del post-terremoto del 1997.

In calo l’export, passato dall’8,7% del 2018 all’1,8% del 2019. Andamento positivo per macchinari, prodotti chimici e abbigliamento, negativo invece per metalli e, soprattutto, nell’automotive. Debole ancora una volta l’edilizia, pur con qualche segnale positivo. In aumento numero di operai iscritti alle Casse edili (+2,1%) e ore lavorate (+6,4%), con l’andamento della produzione che è tornata a migliorare. Sono salite le compravendite di abitazioni (+7,4%, in linea con la media nazionale), anche per merito dei prezzi bassi.

Bene, ma non benissimo il turismo. C’è stato un incremento delle presenze su quasi tutta la regione, il che ha regalato un sospiro di sollievo a tutto il comparto extra-alberghiero. Niente di buono invece sul fronte degli investimenti. Per il 2020 non è prevista un’inversione di tendenza. È aumentato l’accumulo di liquidità, che ha raggiunto un nuovo massimo, con calo del ricorso a finanziamenti esterni. È invece tornata a crescere l’occupazione, anche se di poco (+0,9%). In particolare, bene lavoro femminile e quello dipendente, cresciuto in particolare nel tempo indeterminato, che ha beneficiato delle trasformazioni dei contratti a tempo. Diminuito leggermente il tasso di disoccupazione, 9,5%.

Stop all’espansione del credito. A giugno i prestiti delle imprese segnavano -3,1% su base annua. È rimasta la crescita dei finanziamenti alle famiglie (+3%), in particolare per la forte richiesta di credito al consumo (+8,4%). Sono aumentati, ma in modo modesto, i mutui per l’acquisto di case (+1,6%). In accelerazione i risparmi. Dopo cinque anni di risultati in calo, il valore dei titoli nei portafogli dei risparmiatori è tornato a salite, anche grazie all’andamento positivo delle quotazioni.

Exit mobile version