Immigrati irregolari Marche: Cgil chiede reintroduzione protezione per motivi umanitari

Gli immigrati accolti nelle Marche sono 2.705, due anni fa erano 5.300. Questa è la situazione al 30 settembre 2019, secondo i dati forniti dal ministero degli Interni. Gli irregolari sono invece aumentati dall’entrata in vigore del decreto sicurezza firmato Matteo Salvini: si stima siano 1.200, cui è stata limitata la possibilità di avere la protezione umanitaria.

Il 64% degli immigrati in accoglienza, dunque 1.733, sono nei Centri di accoglienza (i Cas), 972 sono distribuiti nei centri Sprar (ora Centri Siproimi), che non possono più accogliere, per effetto del decreto di cui abbiamo appena detto, i richiedenti asilo, ma solo i minori non accompagnati, oltre a casi speciali inclusi nella normativa. Il vero problema è rappresentato dagli irregolari, come precisa Giuseppe Santarelli, segretario regionale della Cgil Marche.

“Siamo usciti da una fase di propaganda quotidiana, però c’è la realtà degli irregolari che va portata all’attenzione: sono persone che, dopo il decreto Salvini, sono uscite forzatamente dai programmi di accoglienza o non hanno più avuto la possibilità di entrarci. Questo significa, oltre alla violazione dei diritti umani, anche l’esposizione a maggiori rischi perché, com’è noto, più aumentano gli irregolari più ci sono pericoli che vengano utilizzati dalla criminalità organizzata o che possano diventare manodopera nel lavoro nero”.

I settori più a rischio sono quello edilizio, l’agricoltura e la ricostruzione post sisma. Santarelli aggiunge: “Va reintrodotta la protezione per motivi umanitari e vanno riaperti con urgenza i canali per la regolarizzazione delle tante persone presenti in Italia che, molto spesso, come nel caso del lavoro di cura per anziani, già lavorano ma non possono regolarizzarsi, a causa di leggi assurde”.

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