Sono quasi 3 mila le imprese agricole guidate da imprenditori stranieri, in Toscana, in crescita del 18,6% rispetto al 2019. Un incremento poderoso, a doppia cifra, in controtendenza rispetto alla riduzione generale del numero di imprese agricole regionali condotte da italiani che si è verificato negli ultimi anni (-2,9%). Non solo contadini Vip ed imprenditori di successo che hanno deciso di investire sul Made in Tuscany agroalimentare, la campagna toscana è il sogno italiano per molti immigrati che dopo un’esperienza in qualità di lavoratore dipendente sono riusciti a diventare imprenditori di se stessi e a raggiungere una vera integrazione sociale ed economica.
A dirlo è Coldiretti Toscana sulla base dei dati della Camera di Commercio secondo cui l’incidenza delle imprese agricole straniere è aumentata di due punti percentuali in tre anni passando dal 6% all’8%. “Nell’ultimo triennio sono nate quasi 500 imprese agricole non italiane consolidandole come elemento strutturale del settore primario e della nostra società. Una crescita significativa che è anche un paramento importante per misurare l’integrazione lavorativa e sociale di tanti immigrati insieme al loro contributo alla crescita economica del nostro sistema. – spiega Letizia Cesani, presidente Coldiretti Toscana – Dal lavoro di queste imprese e soprattutto di tanti lavoratori stranieri dipende un prodotto agricolo su due assicurando al contempo una spinta al ricambio generazionale soprattutto nei territori marginali e difficili. Sono una forza imprenditoriale e lavorativa indispensabile che rende la nostra agricoltura multietnica; attori del Made in Tuscany a tutti gli effetti che contribuiscono ai primati del nostro agroalimentare di qualità”.
Il maggior numero di imprese agricole straniere si trova in Maremma (765 imprese), ma la più alta incidenza si registra a Pistoia, 387 imprese, con il 12% sul totale di attività del settore seguita da Prato, 52 imprese, con il 9%.
In mezzo ai numeri tante storie di impegno, lavoro, fatica e non poche difficoltà che raccontano di lavoratori che si sono guadagnati la stima degli italiani che prima li hanno accolti e poi li hanno aiutati ed accompagnati verso un percorso di integrazione imprenditoriale con il sostegno di organizzazione come Coldiretti. E’ la storia di Belaaziz Abderrahim, 39 anni, imprenditore marocchino di Castelfiorentino arrivato in Italia con il decreto flussi nel 2014 che, grazie alla conversione del permesso per lavoro autonomo, è diventato imprenditore agricolo ed olivicoltore. Oggi gestisce una piccola impresa agricola conto terzista che dà lavoro ai suoi connazionali favorendo la loro integrazione.
Tante sono le storie di ritorno, sulle tracce delle origini e dei propri avi. Un impulso che si riflette in un cambio di vita e lavorativo radicale. E’ la storia di Graciela Musso, 56 anni, nata in Argentina, ex avvocato che insieme al marito Stephen Norman, originario di Trinidad Tobago, ingegnere, hanno scelto di vivere tra le colline di Pomarance dove hanno recuperato un’oliveta abbandonata. Producono un olio extravergine molto apprezzato dalle cucine stellate e sono felici della loro scelta.
L’agricoltura e la viticoltura eroica hanno salvato il rifugiato politico della Costa d’Avorio Francois Desiré Baize, 44 anni, che ora è pronto a tornare in Africa per promuovere i suoi vini eroici ma questa volta da imprenditore. Titolare dell’azienda “InCandiaBio” che ha fondato, produce vino del Candia dei Colli Apuani Doc e la curiosa e ricercata moringa, il superfood africano che assomiglia all’acacia. Un’odissea la sua: l’atterraggio in Italia, il lavoro in fabbrica in Piemonte e poi nelle vigne prima di trovare pace, lavoro e dignità nella provincia di Massa Carrara grazie all’imprenditrice da cui ha preso in affitto i terreni dandogli così la possibilità di intraprendere il proprio cammino.
E’ arrivato su un barcone Edi Ejlli. albanese di Scutari, si è realizzato a Pistoia coltivando piante ornamentali prima lavorando presso un’importante azienda, poi dopo una parentesi nella metalmeccanica, creando il suo vivaio. Ettaro dopo ettaro ora è il titolare di Mondi Plants, 15 dipendenti, 14 ettari di piante nella pianura tra Pistoia e Prato.