Renova Biomed fa squadra con il JMedical della Juventus

Si aprono nuove partnership per la medicina rigenerativa grazie all’accordo tra Renova Biomed e Jmedical. La prima è un’azienda con sede a Perugia (quella legale è a Roma) che distribuisce prodotti medicali per la chirurgia plastica, la medicina rigenerativa e la terapia del dolore, il secondo è il centro medico privato della Juventus.

I due soggetti, nel 2021, hanno avviato una collaborazione, con il debutto in occasione del primo Corso di Medicina rigenerativa organizzato da Renova Biomed tra il Jhotel e il Jmedical di Torino. Sono arrivati medici da tutta la penisola: specialisti in Ortopedia, Terapia del dolore, Chirurgia plastica e Medicina dello sport, con relatori illustri e sessioni di live surgery. Tra gli altri Loris Pegoli, responsabile del Servizio di chirurgia della mano del JMedical e del Centro della mano sportiva Istituti clinici Zucchi Monza, chirurgo che ha operato sportivi come Mike Maignan, Giorgio Petrosyan, Shavon Shields, Sofia Goggia e altri.

Tra i relatori anche Angelo Trivisonno, specialista di chirurgia plastica e medicina rigenerativa all’Università Cattolica di Roma; Federico Usuelli, responsabile Ortopedia caviglia e piede all’Humanitas San Pio X di Milano; Eugenio Bartoleschi, responsabile di Medicina rigenerativa all’ospedale San Giuseppe di Arezzo; Annarosa Arcangeli, docente di Patologia generale all’Università di Firenze; Armando Del Prete, moderatore dell’incontro, dirigente medico ortopedico al Cto Careggi di Firenze e dottore di ricerca in Scienze cliniche all’Università di Firenze.

Durante il corso è stato evidenziato il ruolo primario delle cellule staminali mesenchimali da ‘grasso’ per il loro ruolo di ringiovanimento e rigenerazione del tessuti. Il tessuto adiposo, infatti, non viene utilizzato solo per liposuzione o lipofilling, ma anche in ortopedia, medicina dello sport, terapia del dolore, urologia, chirurgia generale, chirurgia maxillo-facciale, otorinolaringoiatria, oculistica, chirurgia vascolare, dermatologia e altre branche della medicina. Il medico a ha disposizione prodotti che sono in grado di rivitalizzare e rigenerare tessuti molli come tendini e cartilagini, compromessi da malattie o traumi, prelevando il tessuto adiposo autologo del paziente e innestandolo con appositi kit procedurali.

“Il nostro Regen1– hanno spiegato Gabriele Minciotti e Simone Martini, Sales and Product manager Renova Biomed – contiene tutti gli strumenti necessari per una procedura completa che si può fare non solo in sala operatoria ma anche in ambulatorio chirurgico, in anestesia locale e in pochi minuti. Può essere utilizzato sia su atleti di alto livello che su pazienti comuni affetti da diverse patologie da quelle osteoarticolari a quelle dei tessuti molli”.

“Dal 2015 mi occupo di cellule staminali mesenchimali – ha dichiarato Bartoleschi – e ho potuto sperimentare diversi sistemi. Il kit Regen1 a oggi è il Gold standard per la preparazione di mesenchimali staminali da tessuto adiposo perché è più semplice e meno invasivo di altri. Il prelievo avviene con un’anestesia locale: tramite una cannula dopo aver iniettato una soluzione anestetica, si lascia riposare qualche minuto e dopo si aspira il grasso; per mezzo di ‘transfer’ a spessore decrescente, che permettono di micronizzare questo grasso prelevato, si arriva a ottenere un concentrato finale che può essere infiltrato nelle varie articolazioni”.

“In chirurgia plastica – ha detto Trivisonno – usiamo il tessuto adiposo da anni e manipolandolo ci siamo accorti che ha effetti benefici sulla pelle e anche su alcune malattie autoimmuni. L’interesse è quello di aiutare le persone con osteoartrosi o esiti di trauma a livello articolare, tendineo e muscolare a migliorare la loro condizione”.

“Negli atleti di alto livello – ha precisato Pegoli – dove anche piccole condizioni di alterazioni della cartilagine e infiammatorie possono fare la differenza, le cellule mesenchimali quasi sempre associate anche ad un atto artroscopico nelle articolazioni come quelle del polso o della mano, che sono estremamente piccole, agiscono sull’infiammazione cartilaginea ai primi stadi e quindi permettono all’atleta di tornare al livello pre lesione”.

“L’impiego delle cellule mesenchimali da tessuto adiposo – ha aggiunto Del Prete – rappresenta l’ultima frontiera della medicina rigenerativa e permette, ad esempio, di aumentare il tempo di sopravvivenza di un’articolazione compromessa da artrosi prima di eseguire un intervento più invasivo. Queste cellule guidano la risposta riparativa abbassando il dolore e migliorando la funzionalità delle articolazioni e degli altri tessuti del paziente. Inoltre, c’è da ricordare che il grasso viene prelevato dal paziente stesso, perciò non ci sono rigetti o fenomeni di ipersensibilità”.

“Io credo che la più grande innovazione – ha concluso Usuelli – sia quella della selezione del paziente. Oggigiorno siamo esposti a una serie infinita di biotecnologie diverse, perciò la ricerca dovrebbe guardare a qual è il paziente che risponde meglio, quindi la differenza la fanno i marker biologici. L’altro aspetto è considerare la medicina rigenerativa non solo come un trattamento ambulatoriale, ma come un qualcosa che se utilizzato in sinergia con la chirurgia ne amplifica i risultati”.

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