Lo sviluppo rurale, ossia il secondo pilastro della Pac, è partito lo scorso 1° gennaio. I fondi assegnati all’Emilia Romagna, da ora al 2027, sono di 913,2 milioni di euro. Questi sono gli obiettivi da raggiungere: supportare la competitività e sostenere il reddito delle imprese, obiettivo su cui sono stanziati 286 milioni di euro (31,33% del totale); favorire la sostenibilità ambientale dei processi produttivi e delle colture, con 404 milioni, pari al 44,25% delle risorse totali; incoraggiare lo sviluppo socioeconomico dei territori rurali, con 149 milioni di euro (16,32%); sostenere l’innovazione digitale in agricoltura, obiettivo trasversale a tutte le aree di intervento, per le quali sono disponibili 51 milioni (5,58%).
Nuovi obiettivi ma anche nuova governance. Prima l’Emilia Romagna era l’autorità di gestione del Psr, rapportandosi quindi direttamente con la Commissione europea; dal 2023 il ruolo sarà ricoperto dal ministero dell’Agricoltura e della sovranità alimentare, che dovrà coordinare anche tutte le regioni. I bandi saranno però emanati e gestiti sempre dall’Emilia Romagna, così come la programmazione e l’attuazione degli interventi dello sviluppo rurale, che saranno integrati con le specificità regionale. Cambiano anche i termini: spariscono le Misure e arrivano gli Interventi: alcuni saranno completamente nuovi per la regione.
A iniziare dal Sra19 ‘Riduzione dei fitofarmaci’: si potranno ricevere aiuti all’ettaro impegnandosi ad applicare tecniche di gestione agronomiche, volte a ridurre la deriva dei prodotti fitosanitari, di sostanze attive classificate come candidate alla sostituzione e all’introduzione di metodi di difesa più evoluti e a minore impatto ambientale sull’essere umano.
Sono attivati anche bandi per favorire apicoltura (Sra18), risaie (Sra22), castagneti da frutto (Sra25), il benessere animale (Sra30) e le indennità compensative, anche in zona Natura 2000. Novità l’intervento Sre03 ‘Avvio di nuove imprese connesse alla silvicoltura’, con premio di 40 mila euro per quelle aziende che si insediano per la prima volta in attività di silvicoltura.
Tante conferme. Per l’agroalimentare, la Regione continuerà a finanziare le nuove adesioni e il mantenimento alla produzione integrata e biologica, anche se con alcune importanti novità: per poter accedere ai contributi destinati all’agricoltura biologica sarà obbligatorio aver notificato i terreni oggetto di impegno entro il 31/12/2022, mentre per la produzione integrata sarà necessario ottenere la certificazione Sqnpi entro probabilmente il 15/05/2023. Torneranno, inoltre, gli Interventi dedicati ai pagamenti delle indennità compensative in zone montane e non montane svantaggiate.
Per la competitività, la Regione ha assegnato all’intervento Srd01 63 milioni, che finanzieranno gli investimenti per le aziende agricole. Verranno emanati bandi investimento con finalità ambientali e di contenimento delle emissioni, come per la diversificazione delle attività agricole. I giovani agricoltori, tra i 18 anni compiuti e i 41 non compiuti, che per la prima volta vogliono insediarsi in agricoltura, potranno godere dell’intervento Sre01 ‘Insediamento giovani agricoltori’: sono disponibili 60 milioni per tutta la programmazione. I giovani potranno ricevere un premio di 50 mila euro, innalzato a 60 mila se in zona svantaggiata, e avranno la possibilità di effettuare investimenti collegati, con un sostegno pari al 50 per cento della spesa ammissibile.
In totale gli interventi sono 46, articolati in 66 azioni specifiche che porteranno all’emanazione di un gran numero di bandi. A parlarne diffusamente è Agrimpresaonline.