Autotrasporti, Ruote Libere: “Arriva gasolio illegale”

Ruote Libere è in prima linea per denunciare nuove forme di illegalità nel mondo dell’autotrasporto: gasolio proveniente dall’estero, a costi più bassi perché si elude il pagamento di accise e Iva. In un periodo storico in cui il costo del carburante è alle stelle, c’è chi ha speculato e chi ha fatto del non rispetto delle regole il suo credo.

“Ci sono state centinaia di operazioni della guardia di finanza. È stato un po’ sottovalutato il gioco facile che ha avuto chi ha grossi capitali da riciclare. Si è dato fiato all’economia grigia. Se io pago 1,9 euro al litro il gasolio, come mai qualcuno gira pagandolo 1 euro a km solamente? Sappiamo da tempo che c’è chi si rifornisce con gasolio destinato all’agricoltura o alla pesca, ma noi abbiamo chiesto di accendere i riflettori su chi prendeva gasolio a prezzi più bassi, grazie al fatto che si eludeva il pagamento delle accise e dell’Iva comprando il carburante fuori dai confini nazionali. Gli amministratori giudiziari, che oggi gestiscono aziende con depositi di gasolio e distributori di carburante sequestrati, hanno confermato questo metodo fraudolento utilizzato da chi dietro aveva clan della malavita. Quando sono entrati gli amministratori, i prezzi del carburante sono naturalmente tornati a crescere per via delle tassazioni e i clienti più importanti, gli autotrasportatori, sono spariti per andarsi a rifornire da un’altra parte”.

Cinzia Franchini snocciola alcuni numeri: “Al 30 settembre 2022, c’erano 101.802 imprese iscritte all’albo degli autotrasportatori; di queste, 18.443 imprese non possiedono neanche un veicolo e andrebbero cacciate, probabilmente fanno intermediazione; altre 1.557 sono state sospese perché presentano delle irregolarità. Questo significa che il 20 per cento di chi è iscritto all’albo è irregolare. Rispetto al 31 dicembre 2021, abbiamo registrato aumenti soprattutto da parte di chi ha più di 100 veicoli, le aziende più grandi, quelle che muovono più soldi e sono più facilmente attaccabili dalla criminalità”. Infatti, “un’impresa con un veicolo non sposta nulla, le operazioni più importanti legate a problemi di infiltrazioni mafiose hanno riguardato le imprese più grandi, quelle con più di 50 veicoli, che muovono economia a merci, che possono riciclare”.

La crisi ha diviso in due il comparto: “Chi ha rapporti diretti con la committenza ha superato bene quest’anno con l’aumento dei prodotti petroliferi, in particolare del gasolio, perché ha commesse dirette e si è visto riconoscere aumenti importanti sulle tariffe. Chi non ha il trasporto direttamente dal committente, sta soffrendo, non ha neanche più avuto il rimborso delle accise”.

Si parla poi del bonus carburante, altra situazione non gestita bene dalle istituzioni: “E’ fruibile dal 9 novembre, viene dato solo ai veicoli Euro 5 ed Euro 6, arriva con sette mesi di ritardo. Delle modalità non parliamone neanche. Il 19 ottobre l’Agenzia delle entrate ci ha detto che le domande presentate erano state 31 mila circa, di cui 10 mila scartate. Significa che una fettona non ha avuto nulla, nell’anno peggiore per gli aumenti. Chi non ha avuto nulla, o è robusto di suo o si arrangia…”.

Un’amara considerazione finale sul settore: “Siamo in una situazione in cui si accumulano debiti e non si può neanche chiudere perché, per farlo, occorrerebbe prima saldare i debiti”.

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