Fortunati, Assoturismo Umbria: “Caro bollette, siamo al punto di non ritorno”

Matteo Fortunati

Crisi: siamo al punto di non ritorno. Usa parole forti, ma non potrebbe essere altrimenti, Matteo Fortunati, presidente di Assoturismo Umbria, per descrivere il periodo che stiamo vivendo a causa del caro bollette e dell’aumento esponenziale dei costi. Un qualcosa che forse si poteva prevenire: “Io parlai dell’esplosione che ci sarebbe stata a ottobre già a luglio e fui il primo”.

Ora raccogliamo i cocci: “Vedere chiudere le strutture fa male all’economia e al comparto”. Se gli hotel chiudono, i ristoranti non sorridono: “So che molti stanno tirando giù la saracinesca o hanno iniziato ad adottare orari ridotti. Alcuni aprono solo in determinati giorni della settimane”. Quello che è peggio è che al peggio non c’è mai fine: “La situazione è grave, ma si aggraverà ulteriormente”.

Cerca di proporre soluzioni Fortunati: “Il governo regionale potrebbe creare delle comunità energetiche, ossia bandi con agevolazioni robuste per installazioni che ti permettano di autoprodurre energia, e fare accordi con i gestori per rivendere a prezzi adeguati, si potrebbero installare contatori bidirezionali, uno per i consumi e uno per la produzione. Già in questo modo elimineresti un balzello importante”.

A livello nazionale, invece, “il Governo dovrebbe intervenire con le compagnie nazionali che stanno speculando, ci vuole poi non solo un tetto nel prezzo di acquisto, ma anche in quello di vendita. E naturalmente non si possono trascurare le famiglie: se non hanno disponibilità economiche, chiaramente non spendono. I commercianti potrebbero invece riunirsi in un gruppo di acquisto”.

Un altro passo che la Regione Umbria dovrebbe fare: “Deve sburocratizzare: per accedere a un finanziamento, oggi un’azienda è costretta a prendere un consulente perché da soli non si riescono a compilare i moduli richiesti”.

Chiude, Fortunati: “Anche il flusso turistico ha cambiato modalità di acquisto: si cerca più la cura fisica che la visita al museo, è cambiato il turismo culturale. Perlomeno, questo accadeva in estate, ora vedremo se il trend muterà”.

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