Todi: la mostra di Fabrizio Plessi, Secret Water, Todi Today e Progetto del mondo

Todi mostra Fabrizio Plessi

OLYMPUS DIGITAL CAMERA

Todi ospita un’unica mostra di Fabrizio Plessi suddivisa in tre luoghi diversi della stessa città: Secret Water, Todi Today e Progetto del mondo.

Per Plessi l’attraversamento dei generi, l’ibridazione dei materiali, l’esaltazione del segno grafico
come sismografo dei tempi sono elementi caratterizzanti la sua idea di arte, pensiero e creatività,
in un continuo scambio di energia che dagli anni Settanta a oggi lo vede protagonista della scena
internazionale in quanto video artista e video scultore che ha saputo aggiornare la strumentazione
tecnologica senza cambiare la concezione poetica del mondo.

La mostra riassume alcuni tratti fondamentali di questa poetica: i grandi disegni simili a dipinti (Progetto del mondo), che saranno esposti nella Sala delle Pietre, in un viaggio che da Nagoya arriva a New York, da Roma a Bombay. Si tratta di appunti di viaggio che Plessi ha realizzato nel 2013 e che non sono mai stati esposti in Italia, ma al Museum Ludwig di Budapest e Koblen; le quattro cascate di acqua elettronica (Secret Water) che vanno a riflettersi nelle restaurate cisterne romane, al di sotto della grande piazza tuderte. Dove si eleva, per 12 metri di superficie, la grande colonna bifronte di acqua (Todi Today): nera di giorno, come un miraggio luminoso e sonoro di notte.

La concezione scultorea di Plessi riprende volutamente l’immagine di grandi colonne o totem ovvero le Todi Columns che già nel 1979 la scultrice americana Beverly Pepper, che scelse Todi come sua seconda patria, aveva collocato nello stesso luogo (operazione poi riproposta nella prima edizione del Festival delle Arti del 2020), mentre nel 2021 la stessa piazza avrebbe visto installare le quattro Steli di Arnaldo Pomodoro per la seconda edizione dello stesso Festival.

Plessi dunque si inserisce perfettamente nella formula del Festival delle Arti che lo vede anche
disegnare, secondo la formula consueta, il manifesto del Todi Festival. Per Plessi però non si tratta solo di una mostra ma di una vera e propria scenografia semi immersiva, in cui la piazza urbana con lo skyline della sua torre da una parte e la facciata del Duomo col suo campanile dall’altra, l’architettura medievale e romana allo stesso tempo, la luce del giorno e della notte diventano tutti elementi di un teatro cittadino, secondo quel principio di opera d’arte totale che già l’artista ha sperimentato nel corso dei decenni, se solo si considerano le sue grandi installazioni quali Roma del 1987 presentata a Kassel per arrivare a L’Età dell’Oro in piazza San Marco a Venezia nel 2020.

Ma in mezzo tante altre opere e soprattutto una decina di scenografie elettroniche e digitali per la danza, il teatro, la televisione o l’opera, dalla Trilogia Ex Machina, Titanic, Icarus, a Romeo and Juliet o Fenix Dna.

Todi sarà teatro elettronico. Con Plessi che trasforma la tecnologia in oro. L’acqua elettronica di Plessi in passato ha già portato alla luce il flusso della storia antica come questa fosse ancora contemporanea, se pensiamo alle sue video sculture dedicate a Pompei, a Roma, ai mosaici bizantini o alle grandi installazioni poste nel cuore di siti archeologici come la Valle dei Templi di Agrigento o le Terme di Caracalla di Roma o palazzi rinascimentali come la Sala dei Giganti di Palazzo Te a Mantova.

Nella sua triplice ripartizione, lo spettacolo a cui dà vita Plessi, in una città così densa di storia,
riafferma la capacità di questa come di altre città umbre (se pensiamo ad esempio a Spoleto e
all’epocale evento di cui ricorrono proprio nel 2022 i sessant’anni ovvero Sculture nella città) di
sapersi connettere al presente secondo un principio di circolarità che in fondo è lo stesso che
anima da sempre le sue opere, in cui lo scorrere dell’acqua (e poi anche del fuoco, della lava, dei
lampi, dell’oro) è metafora di quello del tempo.

Plessi ha invertito le direzioni, rendendo il flusso verticale e non orizzontale, riadattandolo alla topografia di Todi, allo spazio e al tempo.

Exit mobile version