Fabrizio Filippi, Coldiretti Toscana: “Vi spiego cos’è Vigneto Toscana”

Fabrizio Filippi, Coldiretti Toscana

Fabrizio Filippi, presidente di Coldiretti Toscana, ha parlato del nuovo soggetto, Vigneto Toscana, il cui primo consiglio si terrà venerdì 13 maggio alle 17 al The Lodge Club.

“Questo nuovo soggetto, nato nel grembo di Coldiretti, si occuperà di promuovere, sviluppare e sostenere le aziende vitivinicole che commercializzano, con particolare riferimento alle produzioni certificate, e quindi vini a denominazione di origine e indicazione geografica. Vigneto Toscana è un’associazione che si pone al servizio delle aziende che agiranno insieme per realizzare progetti di promozione e di sviluppo delle produzioni territoriali locali, e di progettualità legate a specifici territori, anche intercettando risorse ed opportunità di bandi pubblici. Ma non solo. E’ un soggetto nuovo nel panorama nazionale, unico in quello regionale, che prende spunto da un altro grande progetto di Coldiretti che è Vigneto Italia. Come lo faremo? Attraverso l’organizzazione, il coordinamento e la messa in rete di iniziative che hanno la pura finalità di mettere in evidenza i vantaggi dei prodotti di qualità, la sicurezza alimentare ed il rispetto dell’ambiente. Lo faremo certamente anche partecipando a fiere, manifestazioni ed esposizioni, realizzando e sponsorizzando campagne di informazione e formazione a livello regionale, nazionale ed internazionale ma al centro della nuova associazione ci sono i territori che sono tutti equamente rappresentanti all’interno del neonato consiglio di amministrazione”.

Sarà rappresentato tutto il territorio grazie a un imprenditore per ogni provincia: “Il motivo? La ragione è semplice. Includere piuttosto che escludere, far crescere e sostenere con azioni di sistema concrete la straordinaria biodiversità enoica di qualità della nostra regione. La presenza di un imprenditore vitivinicolo per ciascuna provincia è un pilastro dello statuto della neonata associazione. E’ un segnale chiaro, forte ed incontrovertibile della filosofia di Vigneto Toscana. L’altro aspetto è la condivisione delle esperienze per condividere anche azioni e soluzioni. Abbiamo grandi aspettative nei confronti di questo nuovo soggetto”.

Il settore fortunatamente ha risentito meno dell’emergenza sanitaria che ha colpito il Paese: “E’ uscito meglio di altri dalla pandemia, altra cosa sono invece le conseguenze del conflitto ucraino sui costi di produzione delle aziende del settore che per gli effetti sulle vendite, sullo straripante fenomeno speculativo che ha fatto lievitare tutti i prezzi, dai tappi di sughero al vetro, dalle etichette ai cartoni di imballaggio, dal trasporto ai container e noli marittimi. La guerra non ha risparmiato la cantina dove stimiamo un aumento dei costi di produzione del 35%. A preoccuparci sono le prospettive di un conflitto sul medio lungo periodo destinato a penalizzare le esportazioni non solo verso i paesi direttamente coinvolti, come Russia per via dell’embargo e delle sanzioni, e Ucraina, ma dell’intera area”.

La Toscana non hai esportato così tanto vino, nel frattempo: “Diciamo, per essere precisi, che l’agroalimentare toscano non ha mai esportato così tanto. Il vino è una delle componenti determinati dei quasi 3 miliardi di euro con un terzo dell’intero volume registrato nel 2021 pari a circa 1,1 miliardi di euro ed un incremento del 16,4%. In un contesto di grande incertezza l’agroalimentare è riuscito a fare meglio di ogni aspettativa. In tutti i mercati sono stati registrati margini di crescita anche molto importanti. Le ragioni di questo trend che sono riconducibili ai valori immateriali legati all’identità, all’autenticità, alla qualità, alla sostenibilità, alla trasparenza, alla tracciabilità delle produzioni vitivinicole regionali; sono le stesse ragioni che ci hanno portato a creare un soggetto come Vigneto Toscana”.

Cresce sempre di più anche l’interesse intorno alle piccole produzioni Doc: “Il consumatore tipo, e non più quindi solo l’addetto ai lavori, ha elevato le sue competenze e le sue conoscenze. Si informa, legge e va alla ricerca di esperienze autentiche. Non si limita a leggere l’etichetta, vuole conoscere la storia, il territorio, il produttore. Il limite, e allo stesso tempo la forza delle piccole produzioni, penso alla viticoltura eroica del Candia dei Colli Apuani, ai vini di Carmignano o del Montecarlo, è proprio nel fatto che parliamo di produzioni con una capacità produttiva ridotta che ne determina l’unicità. L’obiettivo di Vigneto Toscano deve essere anche quello di far crescere il valore aggiunto di queste produzioni”.

Le prospettive dell’agricoltura regionale alla luce della situazione internazionale: “Più lungo sarà il conflitto, più pesanti saranno le conseguenze sul fronte della programmazione agronomica. Oggi non esiste un reale problema di approvvigionamento ma potrebbe esistere presto. Oggi non stiamo pagando di più materie prime ed energia perché non ci sono, ma perché è in atto un vergognoso fenomeno speculativo a cui nemmeno i Governi dimostrano di avere gli strumenti per fermarlo”.

In Toscana ci sono state mobilitazioni, come quella del 17 febbraio, Coldiretti è stata attiva sui tavoli nazionali e regionali, come dimostra l’incontro con il prefetto di Firenze: “Siamo stati i primi a scendere in piazza lo scorso febbraio quando ancora molti non si rendevano conto della gravità che il nuovo scenario stava scatenando. Siamo scesi nuovamente in piazza a Firenze e contemporaneamente a Grosseto per difendere le imprese agricole, della pesca e dell’acquacoltura. Ma ogni mobilitazione deve portare con sè oltre a striscioni e slogan, soprattutto proposte e soluzioni concrete altrimenti restano solo spot che non servono a nessuno. Coldiretti ha avuto il merito di portare a casa più di un risultato in queste settimane. Penso al bando sui contratti di filiera da 1,2 miliardi di euro le cui domande si potranno presentare dal 23 maggio, al fotovoltaico sui tetti di stalle e ricoveri con la possibilità per le aziende di vendere l’energia prodotta, alla sostituzione dei fertilizzanti chimici con il digestato, allo sblocco dei pagamenti di Agea per gli allevatori, alla rinegoziazione dei mutui agrari e garanzia Ismea. Risposte sono arrivate anche sul fronte gasolio con la proroga fino all’8 luglio 2022 delle aliquote agevolate sull’accisa per il gasolio e la benzina utilizzati come carburante per usi agricoli (pari rispettivamente a 22% e al 49% dell’aliquota ordinaria), ma anche l’azzeramento dell’aliquota di accisa del gas naturale usato per autotrazione. Non ultimo, DL Aiuti che ha stanziato fondi per 180 milioni per l’accesso delle imprese agricole alla garanzie Ismea sui mutui, ritenuto importante per salvare il Made in Italy”.

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