Coldiretti Piemonte: in un mese di guerra, forti aumenti

Carne bovina

Un mese di guerra ha portato a un boom dei prezzi delle materie prime: il petrolio è salito del 25 per cento, il grano del 53 per cento. A dirlo è Coldiretti. L’Italia, in cui l’85 per cento delle merci viaggia su strada, i prezzi di gasolio e benzina si ripercuoto su imprese e spese dei consumatori. Con il rincaro dei prezzi energetici, l’agricoltura si ritrova a pagare una bolletta aggiuntiva di almeno 8 miliardi su base annua rispetto all’anno precedente, il che mette a rischio coltivazioni, l’industria della trasformazione nazionale e gli allevamenti. Pesano poi gli aumenti delle quotazioni delle materie prime agricole, sono letteralmente esplose le quotazioni degli alimenti per gli animali per produrre latte e carne, con la soia +30 per cento e il mais +11 per cento.

L’Ucraina ha fatto sapere che, a causa della guerra, in primavera potrà seminare meno della metà della superficie a cereali per 7 milioni invece che 15 milioni. Ci sono poi i blocchi nelle esportazioni di fertilizzanti dal Paese ucraino, che l’anno scorso ne ha esportate 107 mila tonnellate, secondo l’analisi del Centro Studi Divulga.

“Con gli interventi straordinari decisi dalla Commissione Ue può essere garantita una produzione aggiuntiva che per il Piemonte riguarda i circa 20 mila ettari di terreni a riposo – spiegano Roberto Moncalvo, presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa, delegato confederale – Bene, quindi, l’impegno dell’Unione Europea a difendere la sovranità alimentare per rendere l’Europa più autosufficiente dal punto di vista degli approvvigionamenti di cibo, in un momento di grandi turbolenze ma garantendo però elevanti standard di sicurezza alimentare sia nella produzione interna che in quella importata a garanzia delle imprese e dei consumatori europei”.

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