Agroalimentare: 2021, record storico per l’export italiano

Record per l’agroalimentare italiano che, nel corso del 2021, ha segnato un valore di 52 miliardi, +9 per cento rispetto al 2020. E’ ciò che emerge dall’analisi Coldiretti su dati Istat relativi al commercio estero nel periodo gennaio – dicembre 2021.

Per quanto riguarda il cibo, è stata la ricerca della gratificazione a tavola pur con le difficoltà negli scambi commerciali, i lockdown e la chiusura dei ristoranti. L’emergenza sanitaria, come sappiamo, ha portato con sé anche una svolta salutista sui prodotti alimentari. In testa alla classifica delle esportazioni italiane c’è il vino, che nel 2021 per la prima volta è andato oltre i 7 miliardi di euro in valore, con un autentico boom da parte delle bollicine, aumentate del 23 per cento in valore. Clienti principali gli Stati Uniti, che però sono secondi con un aumento del 15 per cento dietro alla Germania (+9 per cento). Poi ecco la Francia (+8 per cento). Al quarto posto la Gran Bretagna, con vendita stagnanti a causa della Brexit. Cresce del 16 per cento il mercato in Russia e del 27 per cento in Cina.

Alla base di questo successo c’è l’agricoltura tricolore, diventata la più green d’Europa, con 80 mila operatori e il maggior numero di specialità Dop/Igp/Stg riconosciute (316), 526 vini Dop/Igp e 5.333 prodotti alimentari tradizionali. Oltre a Campagna Amica, la più larga rete dei mercati di vendita diretta da parte degli agricoltori.

“Il Belpaese – continua la Coldiretti – è il primo produttore Ue di riso, grano duro e vino e di molte verdure e ortaggi tipici della dieta mediterranea come pomodori, melanzane, carciofi, cicoria fresca, indivie, sedano e finocchi. E anche per quanto riguarda la frutta primeggia in molte produzioni importanti: dalle mele e pere fresche, dalle ciliegie alle uve da tavola, dai kiwi alle nocciole fino alle castagne”.

“Per sostenere il trend di crescita dell’enogastronomia Made in Italy serve ora agire sui ritardi strutturali dell’Italia e sbloccare tutte le infrastrutture che migliorerebbero i collegamenti tra Sud e Nord del Paese, ma anche con il resto del mondo per via marittima e ferroviaria in alta velocità, con una rete di snodi composta da aeroporti, treni e cargo” sottolinea il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare l’importanza di cogliere l’opportunità del Pnrr per modernizzare la logistica nazionale. Una necessità di fronte ai rincari energetici che colpiscono anche benzina e gasolio per i trasporti riducendo la competitività delle imprese Made in Italy sui mercati esteri. Basti ricordare – conclude Coldiretti – che l’Italia ha un costo medio chilometrico per le merci del trasporto pesante pari a 1,12 euro/chilometro, più alto di nazioni come la Francia e la Germania, ma addirittura doppio se si considerano le realtà dell’Europa dell’Est, secondo l’analisi di Coldiretti su dati del Centro Studi Divulga.

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