Inflazione: torna ai livelli di aprile 1996

L’inflazione torna ai livelli di aprile 1996. Secondo le stime preliminari, a gennaio 2022 l’indice nazionale dei prezzi al consumo (Nic), al lordo dei tabacchi, fa segnare un aumento dell’1,6 per cento su base mensile e del 4,8 per cento su base annua (era +3,9 per cento nel mese precedente).

A far aumentare l’inflazione su base tendenziale sono i prezzi dei beni energetici (la crescita passa da +29,1 per cento di dicembre a +38,6 per cento), in particolare quelli della componente regolamentata (da +41,9 per cento a +93,5 per cento), in misura inferiore i prezzi dei beni energetici non regolamentati (da +22 a +23,1 per cento), dei beni alimentari lavorati (da +2 a +2,4 per cento) e non lavorati (da +3,6 a +5,4 per cento), dei servizi ricettivi, culturali e per la cura della persona (da +2,3 a +3,5 per cento); rallentano, invece, i prezzi dei servizi dei trasporti (da +3,6 a +1,4 per cento).

L’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, rimane stabile a +1,5%, mentre quella al netto dei soli beni energetici accelera da +1,6% a +1,8%. L’aumento congiunturale dell’indice generale è dovuto, per lo più, ai prezzi dei Beni energetici regolamentati (+42,9%) e in misura minore a quelli degli Energetici non regolamentati (+3,2%), dei Beni alimentari non lavorati (+2,1%), degli Alimentari lavorati (+1,4%), dei Beni durevoli (+1,0%) e dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+0,9%). Solo i Servizi relativi ai trasporti diminuiscono (-1,6%), a causa per lo più di fattori stagionali.

Su base annua, accelerata per i prezzi dei beni (da +5,5 a +7,1 per cento), stabilità per quelli dei servizi (+1,7 per cento). Il differenziale inflazionistico tra questi ultimi e i prezzi dei beni resta negativo (-5,4 per cento) e si amplia rispetto a dicembre (-3,8 per cento).

L’inflazione acquisita per il 2022 è pari a +3,4% per l’indice generale e a +1,0% per la componente di fondo. Accelerano sia i prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona (da +2,4% di dicembre a +3,2%) sia quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +4,0% a +4,3%).

Secondo le stime preliminari, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) aumenta dello 0,2% su base mensile e del 5,3% su base annua (da +4,2% di dicembre). La variazione congiunturale più contenuta, rispetto a quella del NIC, è dovuta all’avvio dei saldi invernali dell’abbigliamento e calzature, di cui l’indice NIC non tiene conto, che determinano una diminuzione di questo comparto merceologico pari a -19,1%.

Exit mobile version