Automotive Lombardia: Fiom, Filctem e Cgil Lombardia chiedono piano industriale nazionale

L’Automotive è un settore schiacciato da pandemia, caro energia, delocalizzazioni e mancanza di un pianto strategico a livello nazionale. In Lombardia, dove già ci sono in corso le vertenze Gianetti Ruote e Timken, sono quasi 30 mila gli addetti delle fabbriche dell’automotive. L’intera filiera è molto più grande, comprende infatti i fabbricatori di motori, generatori e trasformatori elettrici, di apparecchiature per l’illuminazione, di motori a combustione interna e di articoli tessili: in questi comparti trovano posto altri 20 mila lavoratori. Ci si può allargare ulteriormente alla concia di cuoio e pelle, ad altri prodotto in gomma e in plastica, a vetro serrature, ai servizi per il commercio di auto e accessori, alla manutenzione, al noleggio.

“A livello nazionale la produzione ha perso il 9,4%, le immatricolazioni sono diminuite, 60 milioni le ore di cassa integrazione nel 2021. Nella legge di bilancio non c’è nessun intervento per il settore, né segnali di confronto dal governo. Intanto siamo di fronte alla transizione tecnologica e ambientale. Non assisteremo in silenzio al declino”. Così Antonio Castagnoli, segretario generale Fiom Cgil Lombardia, ai delegati e alle delegate che ieri hanno animato un attivo regionale della categoria alla Camera del Lavoro di Brescia.

Sono arrivate le testimonianze dei lavoratori a confermare il tutto. C’è una deadline, il 2035, quando nel nostro Paese non verranno più prodotte auto alimentate a benzina, gasolio e metano. Claudio Franceschetti, Rsu Iveco Brescia, dice: “Dopo 20 anni di continue ristrutturazioni, durante i quali siamo scesi da 74 mila a 1.500 addetti, ora si dia vita a un piano di assunzioni e di elettrificazione del veicolo”.

Dal 2035 non saranno più sviluppate pompe ad acqua e a olio, i produttori di componenti dovranno trovare altre strade e dare nuovi lavori. Alla GKN Sinter Metals di Cernusco sul Naviglio, che produce componenti ad alte prestazioni attraverso la metallurgia delle polveri, ieri è arrivata una buona notizia: ordine di prodotti per motori di bici elettriche.

Alla fonderia di Torbole (Bs), invece, riparte la cassa integrazione, per mancanza di produzione. “Non c’è solo un problema di transizione dell’automotive verso la forma ibrida, elettrica ma bisogna fare i conti con la transizione energetica, ambientale, digitale, tutto insieme. La pandemia ha accelerato i tempi. Il Paese ha scelto di andare verso il green ma questa fase andrà gestita”. Lo rimarca Francesco Di Salvo, segretario generale Filctem Cgil Lombardia. L’automotive è costituito per il 40% da componentistica di gomma-plastica. Per Di Salvo, “nei prossimi cinque, dieci anni in Europa ci confronteremo sulla competizione. Se l’automotive si sposta a est è per una questione competitiva, si va dove si recupera valore aggiunto”. L’allarme occupazione riguarda soprattutto gli appalti.

Per Alessandro Pagano, segretario generale della Cgil Lombardia, è necessario che il governo apra il confronto con le parti sociali e che anche la discussione pubblica si concentri su quanto sta accadendo. Ora “non c’è discussione”, nemmeno sulla tensione delle aziende energivore per l’aumento dei costi. “Consapevoli delle difficoltà, non possiamo fermarci – ha detto Pagano – Abbiamo l’onere di una proposta che da parte del governo non c’è. Anche pensando ai giovani e alle prospettive occupazionali”.

Ecco le proposte di Fiom Cgil: accordo quadro di politica industriale strategica, tramite il confronto con le parti sociali; stop alla diffusissima precarietà; ammortizzatori sociali straordinari; formazione; garanzia occupazionale.

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