Longo, Aigo Confesercenti Umbria: “Natale e Capodanno sold out, ma non basta”

Il settore extra-alberghiero umbro non sta vivendo un periodo di euforia. Tutt’altro. Lo dice chiaramente Andrea Longo, presidente di Aigo-Confesercenti, l’Associazione Italiana Gestori Ospitalità Diffusa, a cui fanno riferimento agriturismi, case in affitto e campeggi: “Abbiamo lavorato molto bene l’estate scorsa, ma quello che abbiamo incassato è servito per pagare i debiti, in particolare affitti e canoni arretrati per chi li aveva. Da quando i contagi sono risaliti, si percepisce un calo drastico delle presenze, il ponte dell’Immacolata sta andando male. È difficile lavorare anche perché le prenotazioni arrivano sotto data, non c’è così la possibilità di programmare. Si campa alla giornata, purtroppo”.

Ci si affida, dunque, alle festività di fine anno, a Natale e a Capodanno: “Abbiamo tantissime richieste dal 24 dicembre in poi. Così speriamo di andare oltre il tracollo che abbiamo notato da quando è ripreso l’allarme covid. Un ostacolo in più, per noi, è il dover dire ai clienti che serve il super green pass per poter entrare. Il pienone di fine 2021 non basterà, però. O meglio: chi è proprietario del bene e non ha personale, è avvantaggiato; chi invece ha una vera e propria impresa, è in difficoltà. Chi è rimasto in piedi è perché ha avuto disponibilità da parte di proprietari e dipendenti di un po’ di flessibilità per i pagamenti”.

Per dire di aver davvero superato la nuova buriana bisognerà dunque attendere un po’ più in là: “Penso che per marzo/aprile si riprenderà molto bene. Non ci dobbiamo lamentare, è vero, considerato che nel 2020 siamo stati chiusi sei mesi e questa volta riusciamo a fare Natale e Capodanno. Il problema è che la categoria si è un po’ rinchiusa a leccarsi le ferite. Noi cerchiamo di continuare a tenere alta l’attenzione sul territorio, ma da parte degli imprenditori c’è poco desiderio di organizzare cose, è molto frustrante non poter programmare”.

Sta spopolando, in tv e sui media, lo spot che pubblicizza l’Umbria come “il cuore verde d’Italia”, ma qui Longo ferma tutti: “La nostra regione effettivamente è questa, è vacanza all’aperto, città d’arte, buona cucina. Ma fa scopa con la bella stagione, non con l’inverno. Molti associati lavorano stagionalmente. Alla fine di ottobre, una buona metà delle aziende è come se chiudesse. Il piccolo agriturismo che deve prendere per una notte una famiglia preferisce non aprire avendo dei costi troppo alti da sopportare in caso di apertura”.

Altro tasto dolente per l’Aigo è l’aumento del prezzo delle materie prime: “Del riscaldamento. Anche questo incide enormemente. Potrei aumentare la tariffa per pareggiare i maggiori costi, ma uscirei fuori mercato. Come imprenditore, questa è un’altra cosa che ti lascia basito, su cui non hai nessun controllo e neanche alternative”.

Longo, a Valfabbrica, gestisce un castello che è stato trasformato in struttura ricettiva e location per eventi. Ci fa sapere che, rispetto a fine giugno, la guerra con il parroco non è finita. Anzi. Il sacerdote non permette di celebrare i matrimoni nella chiesa del XII secolo che si trova nel borgo di Giomici: “La cosa è grossa, tanto che è intervenuto anche il Sindaco. Ha deciso di prendere la cosa di petto, siamo in attesa da un mese di un incontro con il vescovo. Fatto sta che i matrimoni continuano a non farsi in chiesa. E questo non è solo un danno per me, ma anche per il territorio. Possiamo celebrare solamente unioni civili e matrimoni omosessuali nella piazza del borgo”.

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