Faib Confesercenti Lombardia: prezzo del carburante, vogliamo farci sentire

Cassiere presso benzinaio

Massimo Sassi, presidente di Faib Confesercenti Lombardia, parla dell’esperienza televisiva: “Grazie alla Faib nazionale abbiamo avuto l’occasione di esporre la situazione sui prezzi dei carburanti con un’intervista per la trasmissione ‘Stasera Italia’, condotta dalla giornalista Palombelli. Vogliamo farci sentire e non ci fermeremo. Ecco cosa accade!”.

Dopo il lockdown, c’è stato un costante aumento dei prezzi di benzina e gasolio, anche a causa del mancato accordo tra i Paesi Opec per i dissidi tra l’Arabia Saudita, primo produttore al mondo, e gli Emirati Arabi, Paese emergente all’interno del cartello. Quest’ultimo, al momento, può produrre più materia prima del concorrente; qualora venisse concesso loro di impiegarla, bisognerebbe revisionare gli accordi anche contro gli altri Stati (Azerbaigian, Kazakistan, Kuwait e Nigeria) che, da tempo, chiedono di poter produrre di più vista la disponibilità. A luglio non si è trovato l’accordo e questo ha portato il greggio a oscillare tra i 75 e i 78 dollari al barile.

In Italia, questa situazione si è innestata sull’alta percentuale di Iva e Accise, che incidono al 61 per cento sul costo della benzina e al 59 per cento su quello del gasolio. A pagare le conseguenze sono i gestori degli impianti, che subiscono gravi perdite per i mancati incassi e i costi alti. A ogni litro venduto, i gestori percepiscono 3,5 centesimi di euro; se il costo fosse di € 1,599 con € 10,00 potrebbero erogare 6,53 litri ma attualmente che il costo oscilla tra € 1,739 e € 1,790 possono essere erogati tra i 5,75 ed i 5,58 litri. Ciò vuol dire che in una giornata di lavoro, un gestore incassa più Iva ed Accise, ma il suo margine si è ridotto poiché il cliente si trova nella situazione di ricevere meno litri alla volta e dovendosi recare all’impianto più spesso, per il gestore aumentano i costi di gestione (ad esempio l’energia elettrica).

Servirebbe dunque un intervento degli organi competenti per ricalcolare l’Accise ed eliminare l’Iva in nome di bene di prima necessità riconosciuto al carburante. Le sue origini risalgono ad alcune situazioni storiche, che qui ricordiamo: finanziamento per la guerra Etiopia – 1935-1936; finanziamenti della crisi di Suez – 1956; ricostruzione dopo il disastro del Vajont – 1963; ricostruzione alluvione Firenze – 1966; terremoto del Belice – 1968; Terremoto del Friuli – 1976.

Nel corso degli anni sono state inserite 17 Accise più l’Iva al 22 per cento. La Faib chiede che almeno venga considerata l’eliminazione dell’Iva. Altrimenti, a rimetterci per ultimo sarà il consumatore per l’uso del carburante, che costa di più, e per i costi che gli imprenditori sono costretti ad aggiungere per ammortizzare l’aumento di cui anche loro sono vittime.

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