Stabilimenti balneari, bagnini Marche: “Doccia fredda mancata proroga Bolkenstein”

Sabina Cardinali

La sentenza del Consiglio di Stato – stabilimenti balneari all’asta entro dicembre 2023 – inquieta anche le associazioni di categoria, come quelle marchigiane. I protagonisti delle nostre estati chiedono al Governo e al Parlamento una riforma del demanio.

“Noi – afferma Sabina Cardinali, titolare di uno stabilimento balneare a Pesaro e presidente nazionale Cna Balneatori – abbiamo creduto alla proroga delle concessioni fino al 2033 decisa dal Parlamento e abbiamo programmato investimenti spalmati nell’arco di dieci anni per complessivi cinque miliardi in Italia di cui quasi 150 milioni nelle Marche”.

Secondo uno studio del Centro Cna in collaborazione con Cna Turismo e Commercio, dei cinque miliardi di investimenti, 3,5 andranno a ristrutturazione e riqualificazione dei manufatti (destinati a ricezione e somministrazione di bevande e alimenti), 1,5 ai beni strumentali.

“Invece – spiega Cardinali – ci ritroviamo con le banche che ci chiedono di rientrare dai prestiti, non più garantiti dalle nostre attività per i prossimi dieci anni, mentre noi siamo costretti a disdire gli acquisti già previsti presso i fornitori. Si tratta di una doccia gelata su una economia costiera che in Italia vale 13 miliardi di euro e circa 350 milioni nelle Marche. Occorre scongiurare un pesante impatto sociale ed economico sulle imprese balneari e sul loro indotto, che rischiano di essere messe in liquidazione dopo importanti investimenti ancora da ammortizzare per realizzare un’offerta di servizi turistici balneari di alta qualità, capace di attirare clienti e turisti responsabili e di alta gamma, un’esperienza quasi unica nel contesto europeo”.

In totale, nelle Marche, ci sono 170 chilometri di costa per 868 stabilimenti balneari, un totale di 2.367.000 metri quadri e quasi 3 mila addetti. Il turismo incide per il 51 per cento sul dato complessivo delle presenze in regione.

Exit mobile version