Ape sociale: le nuove attività gravose che ne hanno diritto

Sono previste nuove categorie per l’Ape sociale che riguarda i lavori gravosi. Erano 15 e ora si aggiungono maestri di scuola primaria e materna, magazzinieri, estetisti, portantini, personale addetto alla consegna delle merci, lavoratori delle pulizie, conduttori di veicoli, di macchinari mobili e di sollevamento.

Per queste categorie – così si legge nella bozza della Manovra – a fronte di 36 anni di contributi, gli ultimi due dei quali impegnati in queste attività gravose, si potrà chiede l’Ape a 63 anni, ossia l’indennità di accompagnamento alla pensione, che sarà erogata per 12 mensilità l’anno a cominciare dai 63 fino all’accesso alla pensione di vecchiaia. Per i disoccupati non sarà più necessario aver terminato la Naspi da tre mesi.

La spesa, secondo quanto si legge nella bozza della manovra, è così incrementata: 141,4 milioni di euro per l’anno 2022, 275 milioni di euro per l’anno 2023, 247,6 milioni di euro per l’anno 2024, 185,2 milioni di euro per l’anno 2025, 104,5 milioni di euro per l’anno 2026 e di 16,9 milioni di euro per l’anno per l’anno 2027.

Potranno accedere all’Ape sociale per i lavori gravosi 8 categorie in più in aggiunta alle 15 già previste. Fra queste le maestre (scuola primaria e materna), magazzinieri, estetiste, tecnici della salute, servizi sanitari e sociali, artigiani, operai specializzati, agricoltori, giardinieri, addetti nelle industrie dei minerali, metalli, raffinazione, rifiuti ed ambente, vetro, ceramiche, trasformazione del legno e fabbricazione della carta, autisti, conduttori di macchinari mobili e di sollevamento; personale della logistica e personale non qualificato nei servizi di pulizia di uffici, alberghi, navi, ristoranti, aree pubbliche e veicoli e molte altre categorie.

Confermata l’Opzione Donna, agevolazione pensionistica per le donne, dipendenti e autonome, che permette a chi lavora di andare in pensione con 35 anni di contributi maturati.

Per tutti gli altri c’è quota 102, che consente di andare in pensione a 64 anni, con almeno 38 di contributi. Misura che durerà un solo anno, prima di tornare alla riforma Fornero, ma con qualche aggiustamento.

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