L’importanza dell’agricoltura sociale

L’agricoltura sociale assume sempre più importanza. Anche perché ora c’è la legge di orientamento, che promuove la multifunzionalità agricola, molti agricoltori scelgono di non andare solo dietro al profitto, ma di dare servizi alla comunità.

Dopo un anno di chiusure per il covid, le fattorie sociali hanno riaperto, accogliendo in sicurezza i bambini, e fornendo attività ricreative ed educative, hanno realizzato percorsi di formazione, recupero e apprendimento garantendo così opportunità ai genitori di bambini e ragazzi disabili. C’è stato spazio anche per gli anziani, non solo per i bambini, grazie all’ortoterapia, ai corsi di rieducazione posturali e alle escursioni in campagna, a contatto con la natura. Ma le fattorie sociali sono anche opportunità di occupazione, di reinserimento lavorativo a chi era in difficoltà grazie ai corsi di formazione per l’apprendimento di nuovi mestieri o, in alcuni casi, l’impiego direttamente nelle stesse aziende agricole. Non dimentichiamo che un tirocinio su tre, in agricoltura, diventa posto di lavoro stabile.

In Italia abbiamo circa 9 mila fattorie sociali, mille nella rete di Campagna Amica. L’agricoltura sociale è sempre di più l’antidoto alle vecchie e nuove emergenze. L’Istat fa sapere che nel 2020 il livello di povertà assoluta è arrivato a punte che non si vedevano dal 2005, data d’inizio delle serie storiche. In Italia, sono più di due milioni le famiglie in condizione di povertà assoluta (7,7 per cento) e più di 5,6 milioni le persone (9,4 per cento) in questa situazione. Accanto a queste forme di sfiducia e di episodi di non inclusione, nascono iniziative volte al miglioramento delle opportunità. L’agricoltura sociale si inserisce in questo filone.

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