Farm to fork: i danni che provocherà, relazione del Centro Comune di Ricerca

Arriva da una relazione del Centro Comune di Ricerca l’allarme sui benefici della strategia ‘Dal produttore al consumatore’. Inciderebbe infatti negativamente sui redditi degli agricoltori e avrebbe anche pochi effetti sulla sostenibilità ambientale.

“La comunicazione della Commissione ‘From farm to fork’ e la nuova strategia per la biodiversità determineranno una riduzione senza precedenti della capacità produttiva dell’agricoltura europea e del reddito degli agricoltori” si legge. Le pratiche più sostenibili messe in atto verrebbero poi annullate dall’incremento della produzione nei Paesi terzi.

Le conclusione a cui è arrivata la relazione sono state rilanciate da Copa-Cogeca, strutture di coordinamento delle organizzazioni agricole e cooperative degli Stati membri dell’Unione. L’impatto della Farm to Fork porterebbe a una riduzione della produzione agricola tra il 5 e il 15 per cento, con tagli particolarmente grandi sugli allevamenti. Ci sarebbe una contrazione delle esportazioni di cereali, carni suine e avicole, un peggioramento del deficit commerciale dell’Ue per semi oleosi, ortofrutticoli, carni bovine, ovine e caprine. Verrebbero colpiti pure i consumatori perché i prezzi aumenterebbero del 10 per cento.

E ancora: più della metà della riduzione di gas a effetto serra, prevista dalle misure europee, si annullerebbe per i rialzi equivalenti dei Paesi terzi, che vedranno crescere le esportazioni per soddisfare la crescente richiesta proveniente dall’Unione Europea.

La relazione va a confermare ciò che era stato detto nei mesi scorsi dal Dipartimento di Stato all’Agricoltura degli Stati Uniti (Usda).

“Di fronte a queste preoccupanti indicazioni, la Commissione non può restare in silenzio – dichiara il presidente di Confagricoltura e vicepresidente del Copa Massimiliano Giansanti – È indispensabile ed urgente una presa di posizione ufficiale. Analoga richiesta ha formulato Copa-Cogeca”.

“Gli agricoltori sono pronti a fare la propria parte per la sostenibilità ambientale, anche perché, come dimostrano gli eventi degli ultimi tempi, il cambiamento climatico impatta pesantemente sui raccolti e sulle strutture aziendali – conclude Giansanti – quando sono in ballo questioni che riguardano la sostenibilità ambientale e i redditi di consumatori e agricoltori non si può procedere al buio e senza il necessario rigore scientifico”.

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