Cinzia Franchini, Ruote libere: “C’è interesse che l’autotrasporto costi pochissimo”

Cinzia Franchini

“Mentre gli italiani sono in vacanza, noi continuiamo a trasportare, a prezzi molto bassi”. Cinzia Franchini, portavoce di ‘Ruote Libere’, associazione di piccoli imprenditori dell’autotrasporto, parla dei problemi della categoria: “Si legge dei vari rincari su frutta e prodotti alimentari e le associazioni degli agricoltori danno la colpa agli autotrasportatori, ma questa è una guerra tra poveri. Agli agricoltori entra in tasca pochissimo, è vero, ma anche noi viaggiamo a prezzi bassissimi, riusciamo a viaggiare sugli aiuti di Stato”. Chiaro che all’interno della filiera c’è chi specula: “Qualcuno, purtroppo, ha interesse a far sì che il trasporto costi poco. E a far finta di non vedere questa tematica. Ci sono soggetti, nell’autotrasporto, che quasi non riescono a coprire le spese”.

Collegato al ‘prezzo stracciato’ c’è il tema della sicurezza sul lavoro: “Come Ruote Libere vorremmo sapere se sono stati fatti accertamenti su tutti gli incidenti che hanno coinvolto i camion. Sono stati rispettati i tempi di riposo? I tachigrafi sono stati manomessi? Quali erano le indicazioni date all’autotrasportatore dalla ditta? Vorremmo avere questi dati. Per alcuni settori, però, c’è meno interesse ad approfondire. Perché?”.

Franchini continua lo sfogo: “Le auto che portano gli italiani in vacanza corrono, noi allora alle 16 del venerdì ci dobbiamo fermare perché dobbiamo dare la precedenza ai vacanzieri. Ok, ma alle 16 avrò caricato o no? Sulle strade, ci sono maree di persone che faranno l’inverosimile per consegnare entro quell’ora, quindi se ne fregano delle ore, manomettono i tachigrafi. Da un certo punto di vista, io capisco chi lo fa per non rimanere poi tre giorni fermo sotto il sole cocente di agosto, lontano dalla famiglia”. Infatti, “chi rispetta le regole, s’impicca per arrivare nei termini, gli altri trovano mezzi alternativi. E non lo fanno perché sono ricchi e vogliono quindi fare un carico in più”. Sta tutta qui la questione: “Da una parte ci sono gli operatori del trasporto che non ce la fanno più ad avere stipendi dignitosi, tirano, tirano e non rispettano le regole per far sopravvivere la famiglia, dall’altra parte c’è il sistema economico ricco che ha molto interesse ad avere un sistema dei trasporti a basso costo e un mondo dell’autotrasporto indebolito, frammentato. La rappresentanza sindacale, infatti, non ha più alcun peso”. Anche gli scioperi non servono: “Hanno messo delle regole che ti rovinano se ti fermi. L’unica strada possibile sarebbe non uscire più, ma è un’utopia perché qualcuno che esce ci sarebbe comunque per il discorso che abbiamo fatto prima: portare dei soldi a casa”.

Chi gestisce la parte ricca che vuole l’autotrasporto debole? “Sono le imprese di grandi dimensioni. Un pezzo di economia si arricchisce su una massa che non si rende conto che è fondamentale nella filiera. Chi è più forte ci specula e ci guadagna. Quando accade qualcosa di grave, si fa un comunicato ma è la politica quella che potrebbe prendere decisioni e invece non lo fa mai. È avvilente”.

Franchini insiste: “Le nostre associazioni di categoria sono preoccupate dei soldi che arriveranno dall’Europa, ma intanto mancano gli autotrasportatori e nessuno vuole più fare questo lavoro. Stiamo perdendo terreno su tutti i fronti. Bisognerebbe investire seriamente e remunerare correttamente chi fa questo mestiere. Invece ci facciamo concorrenza tra noi, quando sulla carta le condizioni dovrebbero essere uguali”. Si torna a parlare di sicurezza: “Se tocchiamo il tasto delle assicurazioni, scopriamo di tutto. La polizza sulle merci trasportate, se seria, costa diverse migliaia di euro. Invece, quando ce l’hanno, le ditte spendono sui 7-800 euro. Ci sono anche le polizze fasulle. La sicurezza è anche manutenzione di mezzi, gomme efficienti: se te ne scoppia una mentre cammini, ti puoi fare male tu, ma puoi anche fare un disastro se vai a sbattere”.

Infine, Franchini con un sospiro chiude: “Ci sono pure i dipendenti pagati parzialmente in nero. Io ti do il minimo contrattuale, sul resto ci mettiamo d’accordo sottobanco a seconda del viaggio o a seconda delle ore”. I problemi sono insomma tanti, sarebbe il caso di intervenire. La politica dovrebbe fare qualcosa per l’autotrasporto che rischia di affondare.

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