Andrea Longo, Aigo Confesercenti Umbria: “C’è voglia di agriturismo in Umbria”

“Le strutture al di fuori dei centri storici stanno lavorando bene, maggio e giugno sono stati buoni, le prospettive per luglio e agosto sono ottime; le altre strutture soffrono tanto”. Lo spiega Andrea Longo, presidente di Aigo Confesercenti Umbria, Associazione italiana gestori ospitalità e ricettività diffusa, a cui fanno capo agriturismi, case per ferie, ostelli e campeggi, praticamente tutto ciò che è extra alberghiero.

Longo continua: “Un anno di lockdown ci ha segnato, la nostra percezione oggi è di cercare qualcosa di rassicurante e isolato. C’è voglia di distanziamento, e quindi vanno molto le country house che danno di più questa sensazione, oltre a quella di poter stare all’aria aperta”. Aggiunge: “Chi nel corso della pandemia ha lavorato sulla comunicazione, ora sta lavorando tanto”.

L’Umbria, a livello di agriturismi, ha una particolarità rispetto alle regioni confinanti di Toscana e Marche: “Abbiamo una legge regionale che non va bene: è sufficiente avere una terra, ti apri la tua casa di famiglia, con appartamenti, e inizi a far funzionare la struttura ricettiva. In Toscana e nelle Marche, invece, ci sono le camere con il ristorante. Come mai gli agriturismi vanno così bene in questo periodo? Perché c’è, per l’appunto, il distanziamento sociale che tanto si cerca, perché ci si può cucinare a casa. Parecchi hanno necessità di andare in giro, ma hanno pochi soldi ed è chiaro che in un agriturismo risparmi rispetto a un albergo”.

Longo cita una situazione che fa ben sperare: “Ho notato che c’è più collaborazione a livello locale. Ci si è resi conto che non si può andare ognuno per la propria strada. Si sta cominciando a lavorare molto bene insieme in territori con la medesima identità”.

Ripresa significa anche sanificazioni. E cos’altro? “In realtà, gli ospiti non vogliono ricordare la pandemia. Quindi, facciamo il possibile per fargliela dimenticare. Come singoli operatori, non abbiamo avuto indicazioni dalle istituzioni, quindi ognuno ha fatto come ha voluto. C’è chi non ha fatto praticamente nulla, chi ha tolto le colazioni a buffet, chi sanifica le camere tutti i giorni, chi è molto attento all’uso delle mascherine e chi no. Tutto viene lasciato al buon senso degli ospiti e dei gestori. Noi cerchiamo di accontentare l’ospite, d’altronde è il nostro lavoro”.

Alcuni mesi fa l’Aigo scrisse una lettera al ministero del Turismo chiedendo una legge nazionale sulla tassa di soggiorno: “Non abbiamo mai ricevuto risposta. Avevamo chiesto anche che quegli stessi soldi, ricavati dalla tassa, venissero utilizzati per investire sul turismo. In Umbria, per esempio, io avrei fatto una campagna di comunicazione e di marketing sul fatto che siamo il cuore verde d’Italia, sicuri, rilassanti, appetibili. Era questo il momento di farlo. Dispiace però che a pensarci siamo noi, non le istituzioni”.

Nessuna risposta sulla tassa di soggiorno dal ministero. Non abbiamo ottenuto risposta. Investimento sul turismo? A livello regionale si occupano di turismo professionalità? Non ce ne sono, ancora. Come regione avrei fatto campagna (cuore verde d’Italia) di comunicazione e marketing sul fatto che siamo verdi, sicuri, rilassanti, appetibili. Era questo il momento di farlo. Dispiace che a pensarci siamo noi, non le istituzioni.

Longo, a Valfabbrica, è anche gestore di un castello trasformato in struttura ricettiva e location per eventi. E’ anche presidente dell’associazione che si occupa di raccogliere tutte le strutture ricettive del territorio e di fare promozione su Facebook, su Google, sui social. Insomma, ci si muove, con un intoppo però: “Il parroco non vuol saperne di partecipare, il 25 maggio lo abbiamo contattato proponendogli un calendario condiviso di eventi (visita al castello, osservazione delle stelle e altri, in accordo con il Comune), ma non ha risposto. C’è un documento Cei che dice che le Chiese con interesse storico e culturale devono essere aperte, ma al momento solo silenzio. Non permette neanche di celebrare i matrimoni nella chiesetta del XII Secolo situata nel borgo di Giomici, come si è sempre fatto. Ora possiamo farlo solo nella piazza del borgo, che è diventata Casa comunale grazie all’attuale Sindaco, con il risultato che alla fine celebriamo solamente i matrimoni civili. Stiamo aspettando da oltre un mese l’apertura dell’abbazia benedettina di Valfabbrica, ma per il momento nessun incontro e nessuna risposta”.

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