Borsa Italiana: turismo in apnea, ma pronto a ripartire

Borsa Italiana, sul sito www.borsaitaliana.it, ha pubblicato l’analisi sul mondo del turismo, nel quadro del progetto Italian Factory.

“Dopo più di un anno dall’inizio della pandemia da Covid-19 – è scritto nell’analisi – i segni delle ferite economiche, sociali e sanitarie sono ancora profonde nel nostro Paese. Nel 2020 il PIL è caduto dell’8,9% (e nel primo trimestre di quest’anno è sceso di un ulteriore 0,4%), gli occupati sono diminuiti di 456 mila unità rispetto al 2019, la produzione industriale e il fatturato dei servizi sono scesi dell’11%; fino ad oggi le persone contagiate in Italia sono in totale 4,15 milioni mentre i morti a causa del Covid sono circa 124 mila. In termini economici l’impatto della pandemia è stato disastroso in molti settori, specie nei servizi, dove in alcuni comparti si è avuto quasi un azzeramento del fatturato – soprattutto nella prima fase della pandemia – a causa delle misure di contenimento introdotte per limitare il contagio”.

Eccolo il nodo turismo, il comparto che più ha sofferto della crisi pandemica. Secondo l’Unwto, gli arrivi turistici internazionali sono calati del 75 per cento, tornando ai livello di 30 anni fa circa. Si stima un calo degli arrivi di quasi un miliardo, con conseguenze economiche di due trilioni di dollari (2 per cento del Pil mondiale), circa 100 milioni di posti di lavoro sono a rischio, in particolare tra giovani e donne.

Le elaborazioni di Borsa Italiana su dati del World Travel & Tourism Council parlano del turismo come di uno “dei principali motori per l’economia mondiale: la filiera del turismo – che coinvolge oltre al settore ricettivo anche la ristorazione, i trasporti, i servizi culturali e museali – vale quasi il 10% del PIL globale e occupa più di 300 milioni di persone (10,6% del totale). Prima della crisi pandemica il valore (diretto e indiretto) del settore era di circa 9 trilioni di dollari, 1000 miliardi in termini di investimenti e 1,7 trilioni di dollari di esportazioni, il 27,4% delle esportazioni di servizi . L’Italia è una delle principali mete dei viaggi internazionali e il turismo rappresenta un settore fondamentale per l’economia del Paese: il turismo vale circa il 7,0% del PIL e il 7,1% degli occupati (quasi 1,7 milioni di addetti). Includendo effetti diretti e indiretti genera quasi il 14% del valore aggiunto totale e dell’occupazione (dati 2019)”.

“Vi sono 32.730 esercizi alberghieri e 185.597 esercizi extra-alberghieri, con un flusso di clienti pari a circa 437 milioni di presenze e una permanenza media di 3,3 notti (2019). L’Italia è quarta in Europa per numero di presenze totali (dopo Spagna, Francia e Germania), avendo una quota maggioritaria di turisti stranieri (diversamente da quanto avviene in Francia e Germania). È prima per numero di siti UNESCO, a pari merito con la Cina”.

Secondo le elaborazioni di Borsa Italiana su dati Banca d’Italia: “Le limitazioni degli spostamenti dentro il territorio nazionale e dall’estero, aggiunte alle chiusure totali o parziali di attività correlate al comparto turistico, hanno determinato una caduta del fatturato che nel punto di minimo della prima ondata del Covid (aprile 2020) ha raggiunto il 95% rispetto a un anno prima. Dopo il parziale recupero nei mesi estivi, in autunno la seconda ondata di contagi ha reso necessario un rafforzamento delle limitazioni sia in Italia che negli altri Paesi, oltre alla sospensione delle attività legate al turismo invernale. Ciò ha determinato una nuova, profonda, caduta di presenze turistiche e fatturati, che in alcuni comparti ha superato l’80% rispetto a un anno prima”.

Nel 2020, il fatturato turistico è diminuito in media del 60 per cento, il calo totale delle presenze è stato superiore al 50 per cento rispetto a un anno prima. Nel primi mesi del 2021 non è stato ancora possibile riaprire. Si sono però impennate le vaccinazioni, in particolare nell’ultimo mese: in Italia sono quasi 30 milioni coloro che sono stati vaccinati con almeno una dose, nell’ultima settimana c’è stata una diminuzione dei contagi e delle ospedalizzazioni vicina al 90 per cento rispetto ai picchi che sono arrivati prima. Grazie al miglioramento registrato anche in Europa, nel breve periodo si prospetta un miglioramento.

Il settore è insomma pronto per ripartire. Con cambiamenti che si sono resi necessari nell’organizzazione e nelle strategie aziendali, nei comportamenti e nelle scelte di chi viaggia, che ora punta soprattutto al turismo di prossimità e alla sostenibilità ambientale. La politica ha il compito di accompagnare tutto ciò, con misure che vadano a colmare i gap strutturali dell’Italia rispetto ai principali concorrenti. Secondo Wef, infatti, in Italia c’è molto da fare su infrastrutture, digitalizzazione, burocrazia, trasporti, promozione dell’immagine.

Borsa Italia analizza anche il Pnrr: “Qualcosa è già previsto nell’ambito del PNRR: sono stanziati, infatti, investimenti per 6,68 miliardi di euro nel comparto “Turismo e cultura”. Di questi, circa 3,4 sono direttamente dedicati alle attività turistiche e sono destinati a migliorare le strutture turistico-ricettive con l’obiettivo di elevare la capacità competitiva delle imprese e di promuovere un’offerta turistica basata su sostenibilità ambientale, innovazione e digitalizzazione dei servizi. Si tratta di un primo, importante, passo per rilanciare un comparto che ha un ruolo cruciale per la crescita italiana”.

“Senza la ripartenza del turismo, infatti, non è realizzabile quella necessaria ripresa economica che è da più parti auspicata”. Così si chiude l’analisi.

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