Confagricoltura Piemonte: danni da cinghiali, chiesto intervento dei prefetti

Cinghiali

Con l’arrivo delle semine primaverili, puntuali arrivano anche gli attacchi dei cinghiali, in particolare vicino ai parchi e ai boschi con la presenza di incolti. La situazione si aggrava di anno in anno, come segnala Confagricoltura Piemonte. “Per un’interpretazione discutibile della normativa comunitaria, la Regione Piemonte nel 2015 ha equiparato il risarcimento danni a un contributo che come tale è soggetto alla normativa sugli aiuti di Stato, che fissa un tetto di 25 mila euro in tre anni per questo tipo di interventi”. A dirlo è il direttore, Ercole Zuccaro. Molte imprese, dunque, hanno subito danni dai cinghiali senza poter chiedere risarcimenti.

“Ci troviamo in una situazione paradossale – dichiara il presidente Confagricoltura Piemonte e Cuneo, Enrico Allasia – che, con una lunga serie di distinguo politici, mancanza di risorse e conflitti di competenze crea un danno enorme all’attività d’impresa e rischi sempre più elevati per quanto riguarda la diffusione della peste suina africana, di cui i cinghiali sono vettori, come purtroppo è già dimostrato in molte aree del Nord Europa. Abbiamo chiesto, per l’ennesima volta, l’intervento delle autorità competenti e ora – annuncia Allasia – ci siamo rivolti ai prefetti delle province piemontesi, affinché, come rappresentanti del governo a livello territoriale, assumano il coordinamento delle iniziative tra i vari enti per porre un freno a questo scempio”.

Confagricoltura sottolinea che “con l’idea bizzarra che le campagne siano di tutti si distruggono le proprietà private, si vanifica il lavoro degli agricoltori e si creano danni irreparabili alle imprese. Pochi si indignano per i danni prodotti dei cinghiali alle coltivazioni di mais – aggiunge Confagricoltura – mentre sarebbe decisamente più alta l’attenzione se una mandria di cinghiali entrasse indisturbata in un supermercato o in un qualsiasi altro stabilimento produttivo.

“Occorre affrontare Il problema con senso di responsabilità, prima che si arrivi a un punto di non ritorno – conclude Allasia – anche perché ogni anno abbiamo oltre 5.000 segnalazioni di danni ai coltivi in Piemonte e più di 1.100 indicenti stradali, alcuni dei quali purtroppo mortali. Quanto dobbiamo ancora attendere perché si affronti in modo risolutivo la questione?”.

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