Confesercenti Piemonte: o cambia qualcosa o 2021 sarà anno della resa

Giancarlo Banchieri

In Piemonte gli indicatori economici del commercio e del turismo sono tutti negativi: occupazione, consumi e fatturato. Lo dice l’Ufficio studi di Confesercenti, a un anno dall’inizio della pandemia.

“Abbiamo voluto – spiega Giancarlo Banchieri, presidente di Confesercenti – fare un bilancio, come in questo mesto anniversario si sta facendo a livello sanitario. Non perché l’àmbito aziendale e quello della salute pubblica siano paragonabili, ma per sottolineare il fatto che la crisi economica sta aggiungendo problemi a problemi e rischia di rivelarsi una ‘bomba sociale’ pronta a esplodere”.

Nonostante ci sia ancora il blocco dei licenziamenti, nell’ultimo anno sono stati licenziati in particolare gli indipendenti: in Piemonte più di 12 mila tra titolari e collaboratori/coadiuvanti. Vale a dire circa la metà della riduzione dell’occupazione che si è registrata nella regione. Il 25 per cento erano imprese con dipendenti. Commercio e turismo, in quest’anno, quasi da sole hanno assorbito circa il 60 per cento delle ore di cassa integrazione sul totale di quella concessa in Piemonte (il 35 per cento per il commercio e il 25 per cento per il turismo).

Tra febbraio 2020 e gennaio 2021 si è registrata una perdita di spesa totale di 10 miliardi rispetto allo stesso periodo del 2019. Perdita dovuta alle chiusure, allo smart working e alla paura per il futuro che blocca i consumatori piemontesi.

Il calo medio di fatturato è tra il 35 e il 40 per cento, con punte nel turismo di -70 per cento per gli alberghi, i campeggi e i rifugi alpini, -60 per cento per ristoranti e bar, -80 per cento per bus turistici e noleggi con conducente, -90 per cento per guide, agenzie di viaggio e animatori turistici. E ancora: -30 per cento nel dettaglio non alimentare, con il settore abbigliamento e calzature che arriva al -40 per cento. Vendite giù pure per la distribuzione carburante, -30 per cento. In controtendenza il settore alimentare, con un aumento del fatturato del 10-15 per cento e il ritorno dei consumi nei negozi di vicinato. Positivo pure il bilancio delle librerie, con incrementi nelle vendite pari al 20 per cento di media.

Per quel che riguarda gli agenti di commercio, si rileva un calo medio delle provvigioni del 30 per cento, con punte positive del 15-20 per cento nel settore alimentare e decrementi nell’abbigliamento (-50 per cento), nell’Horeca (-65 per cento) e nel turismo (-90 per cento).

“La situazione delineata da queste cifre – commenta Banchieri – è drammatica: lo sanno benissimo i colleghi, perché l’hanno vissuta e la vivono ogni giorno. Ma se non si interviene con provvedimenti finalmente efficaci e sostanziosi, il 2021 rischia di essere ancora peggiore. Finora le imprese in qualche modo hanno retto e hanno scommesso sulla ripresa; alcune, anzi, sono ‘reinventate’, alla scoperta di nuovi mercati e di nuove modalità di consumo; la cassa integrazione e i pur insufficienti ristori hanno in parte mitigato l’emergenza. Tuttavia, la resistenza delle imprese è al limite: o cambia davvero qualcosa, o il 2021 sarà l’anno della resa”.

Exit mobile version