Coldiretti Marche: dal terremoto -21% aziende zootecniche

Gravi perdite nel settore della zootecnia marchigiana dal terremoto in poi. Secondo l’analisi di Coldiretti Marche, il calo del patrimonio zootecnico è del 3 per cento, mentre si è perso il 21 per cento delle aziende. In controtendenza soltanto il comparto avicolo che ha guadagnato nello stesso periodo il 4 per cento.

Nelle Marche ci sono 3.500 allevamenti di bovini, 94 bufalini, 4 mila ovicaprini, quasi 8 mila suini, 430 avicoli e 62 attività di acquacoltura tra dolce e salata. Il settore è in crisi anche per le restrizioni con la chiusura di ristoranti, bar e alberghi a causa dell’emergenza covid, che causa il crollo dei consumi.

Maria Letizia Gardoni, presidente di Coldiretti Marche, commenta: “Gli allevatori marchigiani svolgono un ruolo di presidio e mantenimento del territorio naturale. Il loro lavoro, basato sulla sostenibilità ambientale, contribuisce a generare valore e occupazione anche in territori marginali”. E ancora: “Ovviamente, la crisi sanitaria che stiamo vivendo rende la zootecnia uno dei settori più colpiti. Chiediamo alle istituzioni di sostenere oggi e continuare in futuro a potenziare il settore così importante per la nostra regione”.

Come riferisce Coldiretti Marche, più del 50 per cento delle famiglie ha un animale in casa. Cani e gatti, secondo i numeri dell’anagrafe regionale, sono più di 382 mila. A cui bisogna aggiungere gli animali allevati nelle campagne marchigiane in 16 mila aziende zootecniche che si prendono cura di circa 306 mila animali (bufale, mucche, pecore, cavalli e maiali). E poi ci sono i 4,5 milioni di volatili tra polli, tacchini, galline, oche, anatre, quaglie, struzzi ed emu.

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