Acquacoltura, Api: “Comprate pesce italiano”

Il 50 per cento dei prodotti da acquacoltura e della pesca viene consumato fuori casa. Confagricoltura e Api (Associazione Piscicoltori Italiani) invitano dunque ristoranti, agriturismi e pubblici esercizi ad acquistare prodotti italiani, utilizzando in questo modo i vantaggi del Decreto Agosto (risorse per 600 milioni per sostenere l’acquisto di prodotti agricoli del territorio). Secondo l’Api, questa è un’opportunità da non lasciarsi scappare, anche perché spesso il prodotto che proviene da oltre confine non ha caratteristiche e garanzie di quello nostrano. I consumatori saranno avvantaggiati dal sapere l’origine e il metodo di produzione del pesce ordinato al ristorante.

Confagricoltori e Api fanno sapere poi che gli acquacoltori italiani sono impegnati a fornire prodotti di altissima qualità, sani e nutrienti, alimenti che sono necessari nella dieta dei più piccoli. Il pesce allevato, dal punto di vista nutrizionale, contiene prerogative organolettiche come acidi grassi e Omega 3, che rafforzano il sistema immunitario.

Il settore dell’acquacoltura ha un giro d’affari di circa 500 mila euro, dà lavoro a 15 mila persone e produce più di 180 mila tonnellate tra pesci e molluschi. Ha inoltre 800 siti produttivi, il 60 per cento al Nord, il 15 per cento al Centro e il 25 per cento al Sud. La trota è il pesce più allevato in Italia (37 mila tonnellate, 120 milioni di euro). A seguire ecco orata e spigola, con 17 mila tonnellate e un valore di 133 milioni di euro. Con 130 mila avannotti di specie ittiche marine pregiate, l’Italia è leader europeo nella produzione di caviale da allevamento, più di 50 tonnellate.

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