Lavoro a Perugia: previste 2.600 assunzioni a settembre 2020

Giorgio Mencaroni

Il presidente della Camera di Commercio di Perugia Giorgio Mencaroni ha diffuso i dati sui Programmi occupazionali delle imprese (con almeno un dipendente) della provincia di Perugia, rilevati dal Sistema Excelsior.

“Alla decisa ripresa di settembre ’20, rispetto ad agosto (congiunturale), pari a + 49,4%, corrispondente a 860 posti di lavoro di lavoro in più, dobbiamo purtroppo contrapporre la perdita di 1.740 entrate al lavoro, – 36,1% (tendenziale) in un anno, da settembre 2020 a settembre 2019”.

Buono, ma più contenuto, il dato congiunturale di settembre ’20 sul precedente mese di agosto, riferito alla regione Umbria: + 900 posti, + 39,1%”. L’Umbria fa leggermente peggio rispetto alla provincia di Perugia nel dato tendenziale di un anno, 1900 assunzioni in meno, – 37,2%.

“Le imprese danno un segnale limitatamente positivo per la ripartenza dell’attività autunnale – ha commentato il presidente Mencaroni – e offrono più lavoro rispetto ad agosto, anche se il confronto rispetto a un anno fa è pesante. Ma allora non c’era il Covid!”. “Dunque la tendenza va letta in miglioramento. Rispetto allo scorso mese di agosto la richiesta di mano d’opera è in recupero significativo”.

Per l’autunno tuttavia predomina ancora un clima di incertezza: sono infatti 7.180 le assunzioni programmate considerando il trimestre settembre – novembre 2020. Ancora Mencaroni: “Arretriamo leggermente sul trimestre agosto-ottobre, appena l’1,9%. Ma la speranza era di vedere finalmente il segno di una ripresa più solida, anche sul piano occupazionale”.

I dati Excelsior dicono che a settembre ’20 delle 2.600 entrate il 28% saranno stabili, ossia con contratto a tempo indeterminato o di apprendistato. Il 72% delle assunzioni invece sarà a termine, a tempo determinato o altri contratti con durata predefinita. Il 22% sarà destinato a dirigenti, specialisti e tecnici, quota inferiore alla media nazionale (26%).

Per il 28% le assunzioni interesseranno a settembre giovani con meno di 30 anni, mentre il 13% delle entrate previste sarà destinato a personale laureato. Resta alto il mismatching tra domanda e offerta di lavoro: in 40 casi su 100 le imprese prevedono di avere difficoltà a trovare i profili desiderati. Le previsioni di assunzione si concentreranno per il 60% nel settore dei servizi e per il
70% nelle imprese con meno di 50 dipendenti.

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