Notte della Taranta: Diodato, Mahmood e Nannini senza pubblico

Tradizione e differenze nella 23esima Notte della Taranta a Melpignano, in provincia di Lecce. In attesa di vedere le immagini della serata su Rai 2 (il 28 agosto alle 22.50, non senza polemiche per la distanza dall’evento), in piazza il tutto si è svolto senza pubblico per le disposizione covid. La pizzica, che di solito fa ballare centinaia di migliaia di persone, quest’anno ha dovuto reinventarsi. Edizione più teatrale, dunque, con meno azione.

Hanno fatto sentire la loro ‘voce’ i tamburelli dell’Orchestra della Taranta, così come gli archi dell’Orchestra Roma Sinfonietta. Spazio alla danza contemporanea, alle scenografie griffate Sharon Eyal, agli abiti di Maria Grazia Chiuri, direttore creativo di Dior. Tre i super ospiti quest’anno: Mahmood, Gianna Nannini e Diodato, fresco vincitore del Festival di Sanremo. Invitati dal maestro concertatore Paolo Buonvino e dalla Fondazione La Notte della Taranta.

Mahmood si è cimentato in una canzone araba, Sabry 2 aleel, un canto d’amore portato in giro per il mondo da Shereen, il primo ricordo d’infanzia dell’artista che lo ascoltava in auto con suo papà. Gianni Nannini ha cantato Fimmene Fimmene, che nel 2004 già conquistò il pubblico. Il tarantino Diodato ha invece scelto un canto della tradizione salentina, Beddhra ci Dormi. Particolarmente difficile il ruolo dell’attore pugliese Sergio Rubini, il conduttore di una serata fatta di incontri e di contaminazioni, ma senza gente.

Un’edizione blindata, quella 2020, ma con un auspicio grande così per il futuro: “L’anno prossimo si torna a ballare”.

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