Commercio: sindacati marchigiani scrivono a prefetto e presidente Regione

I sindacati marchigiani del commercio hanno scritto al prefetto di Ancona e al presidente della Regione Luca Ceriscioli sulle misure di contenimento del coronavirus e sulla situazione del settore. Questo il testo della missiva: “Con la presente, le scriventi OO.SS. sono a rappresentare la difficile situazione che si sta vivendo nel settore del commercio e che rischia di generare nei luoghi della distribuzione alimentare nuovi focolai di contagio da coronavirus”.

“I negozi di distribuzione alimentare, anche laddove si rispettino scrupolosamente le misure di prevenzione raccomandate dalle istituzioni sanitarie come anche dal recente Protocollo tra Governo e parti sociali, sono i luoghi dove la generalità della popolazione si reca per l’indispensabile approvvigionamento alimentare, comportando pertanto un’affluenza alta e costante durante tutto l’arco della giornata e della settimana. Siamo però di fronte a una frequentazione dei supermercati non solo per l’approvvigionamento alimentare, ma anche come giustificazione allo spostamento al di fuori delle mura domestiche”.

Prosegue la lettera: “E’ frequente, difatti, il verificarsi di clienti che si recano nei punti vendita per più volte al giorno per acquistare solo pochi prodotti anche non strettamente necessari e di natura non alimentare. Questa situazione, per quanto comprensibile dal punto di vista “umano”, comporta dei rischi non accettabili per le lavoratrici e i lavoratori dei supermercati perché aumenta la possibilità del verificarsi di contagi in luoghi di lavoro che non possono chiudere come altri perché divenuti indispensabili per la cittadinanza”.

“Per le ragioni sopra descritte, ai fini del contenimento dell’evento epidemiologico, le scriventi OO.SS. sono a chiedere la chiusura domenicale e la riduzione del nastro orario di apertura giornaliera di tutti gli esercizi commerciali di distribuzione alimentare fino alle ore 18, nonché l’utilizzo esclusivo di turni unici di lavoro contenendo così gli spostamenti indotti dall’organizzazione del lavoro su turni spezzati”.

“In aggiunta a quanto sopra si rinnova, anche alla luce del recente Protocollo sopra richiamato del 14 marzo, la richiesta di adozione in tutti i luoghi di lavoro di mascherine protettive, di gel igienizzanti per le mani, di sanificazioni periodiche, di installazioni di pannelli in plexiglass nelle postazioni di cassa e negli altri reparti serviti dove si intrattengono inevitabilmente rapporti diretti con la clientela. A oggi, la mancata adozione di misure di sicurezza è un fenomeno purtroppo diffuso che comporta interventi delle autorità competenti, anche dietro nostre segnalazioni, solo quando queste mancanze si stanno già verificando. C’è, invece, l’esigenza di una omogeneità di comportamento di tutti gli esercizi commerciali, per una prevenzione del contagio ovunque efficace a tutela di tutta la comunità”.

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