Operazioni bancarie: sindacati Marche preoccupati

L’operazione di Intesa San Paolo, di acquisizione di Ubi con offerta pubblica di scambio, viene commentata da Fisac Cgil Marche e Cgil Marche. “L’operazione coinvolge anche Bper in un’operazione di acquisizione di sportelli nelle aree dove, l’unione tra le due banche, porterà a una quota di mercato superiore a quanto consentito dall’autorità Antitrust. Piani e movimenti che complessivamente toccano banche con quasi 200 mila dipendenti, i due terzi dell’intero sistema. Tali operazioni non possono che preoccupare i lavoratori del settore e il sindacato”.

Preoccupazione dovuta anche ad altre operazioni, specialmente “alle ricadute dell’annunciato Piano di ristrutturazione del Gruppo Unicredit sul personale bancario e sull’economia della regione Marche”. L’istituto di credito ha annunciato la chiusura in Italia di 450 filiali con esuberi per oltre 6 mila dipendenti entro il 2023, ricorrendo espressamente alla mobilità professionale e territoriale dei dipendenti. “Nelle Marche Unicredit ha complessivamente 460 dipendenti, con una quarantina di sportelli, di cui 28 già con operatività ridotta e due in chiusura nel prossimo mese”.

Ancora più complessa la situazione di Ubi: “Che nelle Marche rappresenta tra il 25 e il 30 per cento della quota di mercato. In questo caso ci sono due scenari, un piano industriale concepito StandAlone (di fatto superato lo stesso giorno della sua presentazione), che prevede oltre 2.030 esuberi, 2.360 riqualificazioni professionali e la chiusura di 175 sportelli (con ovvi problemi anche di mobilità)”.

Il Piano di Intesa, una volta ultimato, prevede 5 mila uscite volontarie da un 50% di nuove assunzioni e la cessione di 400-500 sportelli a Bper, di cui 44 potrebbero essere nelle Marche. “Da un lato si annunciano chiusure di sportelli in linea di continuità con la riduzione di servizi e desertificazione bancaria nelle Marche: erano 1.206 nel 2010, passati a 844 nel 2018, pari al -30 per cento (dati Bankitalia), scesi ancora nel 2019 a 825 (dati elaborati dalla Fisac nazionale), soprattutto a discapito dei piccoli centri e delle zone montane colpite dal terremoto. Dall’altro lato, nel caso la proposta Intesa fosse accettata, si prevederebbe nelle Marche la cessione di numerosi sportelli, inclusi dipendenti, a Bper. Per ora, senza alcuna indicazione chiara su futuro e modalità di passaggio”.

Le sigle sindacali esigono “ulteriori dettagli dell’operazione e vigileranno affinché non vi siano impatti negativi sui lavoratori, territori e sulle loro popolazioni. Inoltre, le fuoriuscite volontarie dovranno essere accompagnate da nuove assunzioni sul territorio, ma anche mantenute le lavorazioni nei locali centri direzionali e nelle unità decentrate senza ricorso a esternalizzazioni. Ricordiamo infine che le Marche sono una regione che ha già pagato in termini occupazionali in passato, subendo una riduzione, tra il 2011 e il 2018, di quasi del 30% degli occupati nel settore credito passando da 9.072 (dati Banca d’Italia) a 6.406 contro una media nazionale di diminuzione della popolazione bancaria del 13,3%”.

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