Marche, rapporto Trend: segnali di ripresa, ma non bastano

Segnali buoni per le piccole imprese delle Marche, quelle con meno di 20 dipendenti. L’Osservatorio congiunturale Trend Marche, presentato oggi da Cna, Confartigianato e Ubi Banca, e realizzato analizzando il bilancio del primo semestre del 2019 di un notevole campione di imprese, dice che il fatturato è cresciuto.

Ilario Favaretto, dell’Università di Urbino, dice: “L’incremento dei ricavi è stato del 4,3 per cento. In particolare, I ricavi per conto terzi hanno registrato una crescita decisamente più accentuata (+8,1 per cento). Nel primo semestre 2019 ha anche accelerato la crescita delle spese da retribuzioni (+21,2 per cento) ed è calata ulteriormente la spesa per i consumi (-8,7 per cento)”.

Secondo Trend Marche, in particolare, il fatturato è in crescita per le imprese edili (+141,%), nei servizi (+4,8%), con ristorazione e turismo che incrementano gli utili del 4,4%. In calo, invece, i ricavi nel manifatturiero (-3,4%), nel tessile, abbigliamento e calzature (-13%), nella meccanica (-12,2%), fatta eccezione per quella di base, cresciuta del 4,3%.

Alla presentazione del Rapporto, sono intervenuti il presidente di Cna Marche Gino Sabatini, il vicepresidente di Confartigianato Marche Paolo Longhi, Ilario Favaretto dell’Università di Urbino, Gian Luca Gregori rettore dell’Università Politecnica delle Marche, Roberto Gabrielli, responsabile Macro Area Marche – Abruzzo UBI Banca e l’assessore regionale all’Artigianato Manuela Bora.

Imprese che crescono, ma anche aziende che chiudono. Nei primi undici mesi del 2019, le imprese in attività nelle Marche sono passate da 148.858 a 147.448. con un saldo negativo di 1.410. Ben 750 aziende in meno nel settore del commercio, -688 nell’agricoltura, -258 nel manifatturiero, -334 nelle costruzioni, -79 nei trasporti e magazzinaggio. In crescita i servizi di noleggio, le agenzie di viaggio, i servizi di supporto alle imprese (+172), le attività immobiliari (+160), le attività professionali scientifiche e tecniche (+141). Male invece l’artigianato, con una perdita di 637 unità da gennaio a novembre (da 44.713 a 44.076).

In salute l’export, grazie alla nautica (+355,8 milioni di euro) e alla farmaceutica (+169,3 milioni di euro). Le esportazioni manifatturiere della Marche sono cresciute del 3,3%, arrivando a 8,9 miliardi di euro, rispetto ai primi nove mesi del 2018, incrementando di 268,3 milioni di euro.

Gian Luca Gregori, rettore dell’Università Politecnica delle Marche, ha commentato: “I segni di ripresa non bastano a far recuperare alle Marche il ‘gap’ con l’Italia. Rispetto al 2008 il pil regionale è inferiore dell’8,4 per cento mentre a livello nazionale la flessione è inferiore alla metà (-3,4). Oggi il Pil annuale prodotto dalle Marche è di 38,2 miliardi di euro rispetto ai 41,7 miliardi di dieci anni fa. Il pil per abitante è sceso da 27.197 a 25.011 euro, mentre anche gli investimenti sono passati dagli 8,3 miliardi di euro del 2008 ai 6,5 miliardi attuali, riducendosi di un quarto. Occorre ripartire dalle imprese e dal contesto territoriale, che è fondamentale per la loro competitività”.

Gli ha fatto eco Gino Sabatini, presidente di Cna Marche, insieme a Paolo Longhi, vice presidente Confartigianato Marche: “Dopo dieci anni passati in difesa, è tempo di ribaltare il campo d’azione e progettare il futuro, cercando di fare sistema tra istituzioni, università, istituti di credito, associazioni di categoria. Occorre puntare forte su infrastrutture, investimenti, occupazione e turismo, semplificando la burocrazia e riducendo il carico fiscale per le imprese. Soprattutto bisogna investire sempre più nel capitale umano, l’autentico valore aggiunto nella competizione del mercato globale”.

Roberto Gabrielli, responsabile Macro Area Marche – Abruzzo Ubi Banca, ha precisato: “Il rapporto trend Marche evidenzia come sia in atto nella nostra regione  un importante cambiamento economico e produttivo. Le pmi più virtuose, quelle che hanno meglio resistito alla lunga crisi del sistema, aumentano i loro ricavi, investono nell’ammodernamento dei sistemi di produzione e nello sviluppo del capitale umano. A queste però di affiancano aziende che stanno abbandonando il mercato perché ancora deboli e dimensionalmente piccole. La crescita del sistema Marche è ancora inferiore alla media nazionale e lontana di oltre 8 punti dai dati ante crisi del 2008. C’è assoluta necessità di unire le forze di tutto il sistema per sostenere le nostre imprese a crescere e svilupparsi puntando verso una maggiore tecnologia e internazionalizzazione”.

Infine, Manuela Bora, assessore all’Artigianato della Regione Marche, ha chiuso: “La Regione Marche si è messa in campo con forza per sostenere il sistema produttivo regionale. Complessivamente sono stati attivati 562,2 milioni di euro delle risorse del Fesr, pari al 92 per cento del totale. Di questi fondi, il 47,2 per cento pari a 248,6 milioni di euro, sono stati destinati alle imprese per favorire l’innovazione, la diffusione digitale, la competitività, la sostenibilità, l’ambiente, la culture e il turismo, la ricostruzione. Complessivamente le aziende coinvolte sono state 1.682 con una stima di 1.335 nuovi occupati”.

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