Gruppo Nsa risponde a Confidi Marche: “Ben venga abolizione lettera r) del Governo, ora imprese libere di scegliere”

Nel Decreto Crescita 2019, il Governo ha inserito un provvedimento che elimina la lettera r), aumentando così le potenzialità del mercato e lasciando le imprese libere di scegliere secondo la propria convenienza. La lettera r) faceva sì che le Regioni potessero far transitare in esclusiva dai confidi le domande per la concessione della garanzia sugli affidamenti bancari al Fondo centrale di garanzia per le pmi, monopolio che, per determinati importi, dal 2015 era stato concesso ai confidi delle Marche. Stiamo parlando di una riforma, la Bassanini, emanata 21 anni fa. (legge 662/96)

E’ l’Ufficio studi del Gruppo Nsa (primo mediatore creditizio per le imprese italiane per fatturato) a fornire cifre e informazioni che differiscono da ciò che proprio Confidi Marche aveva pubblicato pochi giorni fa (il rischio per le piccole e medie imprese di non avere più accesso al credito a causa dell’abolizione della lettera r) della legge). “La richiesta della garanzia prevista da questa importantissima legge, cui accedono oltre 100 mila imprese l’anno, può essere presentata dalle banche e dai confidi, mentre le imprese sono considerate beneficiarie dell’agevolazione”. Nel 2018, sempre e solo relativamente alle Marche, a presentare domanda di agevolazione sono stati in 5.120, 3.435 tramite i confidi e 1.685 direttamente dalle banche, senza mediazione dei confidi, obbligatoria nelle Marche per affidamenti fino a 150 mila euro.

“I dati pubblici affermano che le 5.120 domande del 2018 hanno totalizzato impieghi per 756.199.183,00 euro con la garanzia del fondo, diretta (banche) controgaranzia (confidi). Di questa cifra, 563.816.072,38 euro, il 75% del totale erogato nel 2018, a richiesta diretta delle banche; 192.383.110,62 euro, solo il 25% del totale, dalle imprese tramite i confidi”. Prosegue la nota: “Un dato ancora più rilevante: la quota di questi finanziamenti effettivamente coperti dalla garanzia del fondo è il 71% nel caso di finanziamenti erogati direttamente dagli istituti di credito, un modesto 38% nel caso della mediazione dei confidi. I dati del finanziamento medio sono stati questi: 56.006.73 euro confidi (la riserva di mercato arriva a 150.000,00 euro), 334.608,95 euro banche, vale a dire il 597% in più rispetto ai confidi”.

Il 2014 era stato l’ultimo anno di liberalizzazione della garanzia del fondo centrale: nelle Marche le banche avevano erogato 406.929.379,9 euro, il 211% in più dei confidi, fermatisi a quota 174.229.435,33 euro. “I modesti effetti della regionalizzazione si vedono anche in altri esempi: il 2018 mostra un incremento del totale confidi a 192.383.110,62 euro, uno scarso 11% in più, nonostante l’esclusiva del mercato. Tornando al 2014, il finanziamento medio ammontava a 203.872,04 euro per le banche, a 95.155,30 euro per i confidi. Nel 2018, il finanziamento medio dei confidi è stato di 56.006,73 euro, di fatto la riserva di mercato ha procurato alle imprese un finanziamento ridotto del 42%. La riserva concessa ai confidi per le imprese delle Marche non ha rappresentato un vantaggio, bensì 40.000,00 euro in meno per impresa affidata”.

Guardando all’Italia, “i confidi affermano di essere posizionati sulle micro imprese, mentre le banche sarebbero interessate a operazioni di importi più importanti. I dati ufficiali mostrano che, nel triennio 2016, 2017, 2018, le banche hanno erogato finanziamenti a 111.018 micro imprese, con finanziamento pari a 81.823,26 euro, ottenendo una garanzia pari al 71%. I confidi, nello stesso triennio, hanno procurato un finanziamento medio di 49.426,33 euro, con una copertura di garanzia del 48%”. Nel 2018, lo Stato, con il “rafforzamento patrimoniale dei confidi articolo 1, comma 54, legge 147/23013, ha erogato a 8 confidi della Regione Marche 11,3 milioni di euro per supportare la loro capitalizzazione”.

Si conclude così la nota: “Imprese e banche devono essere libere di trovare agevolazioni reali, stando alla larga dalle imposizioni che limitano il mercato. È opportuno che, come ha fatto il Governo, anche le Regioni prendano atto che la crescita zero è una realtà; per questa ragione, il Governo nel Decreto Crescita ha, tra l’altro, eliminato il vincolo della lettera r). I giudizi vanno espressi su dati reali e non su impressioni. Certamente da questa decisione non sono le imprese marchigiane a correre dei rischi. L’economia, cioè l’occupazione e il lavoro, notoriamente cresce in regime di libera concorrenza, i monopoli strozzano l’economia”.

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