Prosciutto di Norcia Igp: mai così bene

Il prosciutto di Norcia Igp, grazie al lavoro del Consorzio di tutela, non solo si è ripreso dal terremoto di due anni fa, ma si sta espandendo. E dire che i titolari dei prosciuttifici hanno dovuto fare i conti con danni e macerie e con l’aumento dei costi di logistica e di trasporto. Il numero di pezzi marchiati è passato dai 315 mila del 2016 ai 356 mila dell’anno successivo; secondo le proiezioni, a fine 2018, si arriverà a 440 mila. Nel 2015 erano appena 275 mila, cinque anni dopo l’obiettivo è arrivare a mezzo milione.

Pietro Bellini, presidente del Consorzio di tutela, dice: “Rappresentiamo il terzo produttore italiano dopo Parma e San Daniele. Negli ultimi due anni abbiamo riorganizzato tutta la nostra attività, dall’adeguamento dello statuto all’allestimento di una nuova sede, passando per il rinnovamento del marchio. Strategie che hanno portato luce nel settore e grandi risultati, tra cui quello non così scontato della salvaguardia occupazionale”.

Lo confermano i dieci consociati: Ansuini, Antichi sapori norcini, Lanzi, Patrizi, Poggio San Giorgio, Prosciuttificio Renzini, Prosciuttificio San Benedetto, Prosciuttificio Valle Oblità, Salpi, Todiano prosciutti). Non solo: sono tanti gli operatori economici pronti ad acquisire quote nel business del prosciutto di Norcia Igp e anche strutture nell’area di produzione, tra Norcia, Preci, Cascia, Monteleone di Spoleto e Poggiodomo.

Dallo scorso novembre, è arrivata la nuova vesta grafica e il nuovo piano di marketing: presentate entrambe a Milano. A settembre si replicherà a Roma e, prima della fine del 2018, ci sarà un evento a Napoli.

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