Bravi (Ires Cgil Umbria): “Dati disoccupazione Istat confermano danni crisi”

I dati elaborati dall’Istat, relativi all’intero 2017, sui sistemi locali del lavoro sono un’ulteriore conferma – dopo le analisi della Banca d’Italia e lo stesso rapporto dell’IRES/CGIL dell’Umbria e della Toscana – di quanto in profondità abbia scavato la recessione economica e sociale che ha colpito la nostra regione. Lo dice Mario Bravi, presidente Ires Cgil Umbria.

“I sistemi locali del lavoro (14 in Umbria) che spesso non coincidono con i confini istituzionali, indicano l’omogeneità dei bacini di lavoro e, nella comune difficoltà dell’Umbria, danno il senso anche delle differenze territoriali che sembrano essersi allargate. Non è un caso che il più alto tasso di disoccupazione si registri nella fascia appenninica, dopo la drammatica “crisi” della ex Antonio Merloni di Gaifana, con un 11,4% e poi nei SLL di Gubbio (11,3%) e Gualdo Tadino (11,3%)”.

Continua: “Inoltre, le tante crisi aziendali apertesi recentemente nello Spoletino spiegano il 10,9% in quel territorio. Alta la disoccupazione anche nel SLL di Perugia con 12.100 disoccupati e un tasso del 10,4% (era del 4,6% nel 2007) e nel SLL di Terni con 8.400 disoccupati e un tasso del 11,1% (era del 5% nel 2007). Il dato quantitativo su cui si è soffermata l’Istat non rende però pienamente il senso delle difficoltà del lavoro, perché ad esso va aggiunto quello sulla qualità del lavoro. Qui è l’Inps a dirci che le assunzioni a tempo indeterminato sono inferiori al 20% e che le cessazioni sono superiori alle attivazioni. Abbiamo di fronte a noi un quadro estremamente preoccupante che richiede una rapida e decisa inversione di tendenza”.

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